Da mesi il comitato spontaneo di cittadini, supportato dalle associazioni ambientaliste, ne chiede l’abbattimento. Adesso per l’ecomostro realizzato sulla scogliera dell’isola di Levanzo nelle Egadi arriva lo stop. L’assessorato all’ambiente della Regione siciliana ha annullato la concessione che era stata rilasciata alla società Macetra Spa, che voleva realizzare un solarium nella zona del porticciolo. Si tratta di un tassello importante di una vicenda complicata che aveva suscitato clamore la scorsa primavera e tante polemiche tirando in ballo vari rami della pubblica amministrazione.

Le contestazioni avevano portato il 12 maggio al sequestro da parte della capitaneria di porto di Trapani della struttura in ferro di 800 metri quadrati con le travi agganciate alla scogliera con dei bulloni chimici; il provvedimento era stato revocato dal gip ma due settimane dopo la soprintendenza aveva riscontrato difformità tra quanto già realizzato e quanto riportato nel progetto per ottenere le necessarie autorizzazioni e ne aveva ordinato la rimozione: la piattaforma doveva essere in legno e non più di 1,50 metri di altezza fronte mare, invece è stata costruita in metallo e alta 4,95 metri. E per questi motivi l’assessorato ora ha annullato la concessione demaniale marittima, che era stata rilasciata tre anni fa.

Adesso si aspetta la mossa della ditta per capire se farà ricorso. Se non fosse stato per un giovane che vive a Levanzo, questa tipica storia italiana non sarebbe emersa. Vedendo la piattaforma, il ragazzo a maggio scattò delle foto inviandole ad alcuni amici isolani. Le immagini arrivarono anche a Beatrice Monroy, scrittrice e drammaturga, che ha una casa sull’isola. «All’inizio eravamo in sette a cercare di far emergere quanto stava accadendo», racconta la scrittrice. Poi il fronte della protesta s’è allargato quando le foto dell’ecomostro hanno cominciato a fare il giro del web.