Europa

Stop ai migranti, servono lavoratori specializzati

Stop ai migranti, servono lavoratori specializzati

Darmanin e Faeser in Tunisia La Francia ha stanziato quasi 26 milioni di dollari per aiutare la Tunisia a rafforzare i controlli delle sue frontiere. Ad annunciarlo è stato ieri il ministro dell’Interno Gerald Darmanin […]

Pubblicato più di un anno faEdizione del 20 giugno 2023

La Francia ha stanziato quasi 26 milioni di dollari per aiutare la Tunisia a rafforzare i controlli delle sue frontiere. Ad annunciarlo è stato ieri il ministro dell’Interno Gerald Darmanin al termine della visita di due giorni compiuta nel paese nordafricano con la collega tedesca Nancy Faeser e durante la quale hanno incontrato l’omologo Kamel Feki e il presidente tunisino Kais Saied. I soldi, è stato spiegato, andranno utilizzati per favorire il rientro dei tunisini rimpatriati, ma dovranno servire anche per «acquisire le attrezzature necessarie e organizzare una formazione utile, in particolare per la polizia e le guardie di frontiera tunisine» e vanno ad aggiungersi ai 150 milioni di euro promessi solo una settimana fa dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen da impiegare sempre «contro l’immigrazione irregolare».

Di fronte alla crisi che rischia di travolgere l’economia tunisina, Francia e Germania sembrano dunque aver deciso di muoversi autonomamente sebbene, come hanno spiegato i due ministri, «nel quadro dei negoziati con l’Unione europea». Il motivo della scelta si può riassumere con la necessità per entrambi i paesi di intervenire per scongiurare il rischio dei cosiddetti movimenti secondari, ma allo stesso tempo anche di poter utilizzare manodopera straniera specializzata.

L’eventuale default del paese nordafricano infatti provocherebbe la fuga di decine, forse centinaia di migliaia di persone, 900 mila secondo la premier Meloni che proprio per questo ha più volte sollecitato un intervento europeo. Persone che una volta attraversato il Mediterraneo non si fermerebbero in Italia e farebbero di tutto per raggiungere i paesi del Nord Europa, a partire proprio da Francia e Germania.

Ma non è l’unico motivo. Negli incontro con le autorità tunisine sia Darmanin che Faeser hanno ribadito l’importanza di avviare canali legali di ingresso in Europa per i tunisini. Anche su questo Parigi e Berlino registrano una convergenza di interessi. Sia l’agenzia del lavoro tedesco che gli imprenditori francesi da tempo sottolineano infatti il fabbisogno dei rispettivi mercati del lavoro di reperire manodopera, al punto da richiedere lo stesso numero di lavoratori stranieri: 400 mila, possibilmente specializzati.

Di questo ieri ha parlato con Saied in particolare Faeser, sottolineando come le cosiddette «partnership di talenti» possono offrire opportunità di lavoro in Europa. «Insieme alla Francia vogliamo intensificare la cooperazione con la Tunisia», ha detto la ministra tedesca. «Vogliamo che i diritti dei rifugiati siano tutelati e che cessino le morti nel Mediterraneo. Allo stesso tempo vogliamo creare rotte migratorie legali per rimuovere le basi per il business disumano dei trafficanti».

Sia Germania che Francia hanno votato a favore del nuovo patto su immigrazione asilo in discussione a Bruxelles, patto che tra l’altro prevede la possibilità di rimandare i migranti che non hanno diritto di asilo nell’ultimo paese di transito «sicuro» dal quale sono passati. Bruxelles vorrebbe che la Tunisia fosse tra questi, ma i progetti dell’Ue si scontrano ancora una volta con il rifiuto di Saied non solo ad avviare le riforme economiche richieste dal Fmi per sbloccare un prestito da 1,9 miliardi di dollari che darebbe ossigeno all’economia tunisina, ma anche di accettare i migranti che manderebbe l’Europa. Saied lo ha ribadito anche ieri a Darmanin e Faeser. «La Tunisia- ha ripetuto il presidente – non accetterà mai di essere la Guardia di frontiera di nessun paese, né accetterà di ospitare immigrati sul proprio suolo».

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