Steve Bannon, 4 mesi di carcere per oltraggio al Congresso
Stati uniti Mandato di comparizione davanti alla Commissione d'inchiesta sul 6 gennaio anche per Donald Trump
Stati uniti Mandato di comparizione davanti alla Commissione d'inchiesta sul 6 gennaio anche per Donald Trump
La Commissione della Camera che indaga sull’attacco del 6 gennaio ha emesso un mandato di comparizione per Donald Trump, concretizzando ciò che aveva paventato il 13 ottobre alla fine della nona e (forse) ultima udienza pubblica sull’assalto al Campidoglio. L’arrivo del mandato era previsto, ma ora, a meno di 3 settimane dalle elezioni di midterm, ha delle date: a Trump viene chiesto di consegnare i documenti entro il 4 novembre e di presentarsi per la deposizione il 14. Questa mossa rappresenta il passo più aggressivo della Commissione finora, e apre la strada a un battaglia giudiziaria storica sul fatto che un ex presidente possa essere costretto a rispondere su questioni relative a un’indagine penale in corso.
LA NOTIZIA è arrivata poche ore dopo la sentenza per l’ex capo stratega di Trump e ideologo dell’alt right Steve Bannon, condannato a 4 mesi di carcere e a pagare una multa di 6.500 dollari per oltraggio al Congresso: non aveva rispettato il mandato di comparizione della Commissione d’indagine sul 6 gennaio. Il giudice federale Carl Nichols dopo aver annunciato la condanna, ha ribadito alla corte di non credere che Bannon si sia mai assunto la responsabilità delle proprie azioni. «Il rispetto per il nostro Congresso è ovviamente un elemento importante del nostro sistema costituzionale», ha sottolineato Nichols, aggiungendo che la sentenza non ha solo lo scopo di giudicare un singolo, ma anche di inviare un messaggio all’opinione pubblica: nessuno è al di sopra della legge
Bannon quest’estate era stato ritenuto colpevole di due capi di imputazione per oltraggio al Congresso, dopo che il giudice Nichols aveva respinto una serie di argomentazioni offerte dal suo team legale in cui si sosteneva che l’ideologo fosse esentato dal testimoniare perché, avendo lavorato per la Casa bianca, era ancora protetto dal privilegio esecutivo. Secondo l’avvocato dell’ex direttore di Breitbart News David Schoen, inoltre, Bannon non aveva «niente di cui scusarsi» visto che non aveva fatto altro che difendere i valori e le istituzioni in cui crede. Ora è la prima persona in più di 50 anni a rischiare il carcere per aver disobbedito a un mandato di comparizione del Congresso. Il giudice ha sospeso la pena fino a quando non avrà completato il processo di appello, ma è molto improbabile che la sentenza di secondo grado stabilisca che è possibile ignorare una richiesta del Congresso.
ALL’IDEOLOGO di destra non è andata nemmeno troppo male, visto che l’accusa aveva chiesto 6 mesi di detenzione e 200mila dollari di multa, ma la sentenza crea un precedente importante in vista delle mosse di Trump che, seguendo il principio per cui «nessuno è al di sopra della legge», rischia una pena simile
Contrariamente al solito Bannon in aula ha parlato brevemente, dicendo di essere soddisfatto del lavoro dei suoi avvocati e di aver avuto tempo sufficiente per rivedere il rapporto dell’ufficio di libertà vigilata. Quando gli è stato offerto, ha deciso di non rispondere a Nichols e non ha accettato la possibilità di spiegare le proprie azioni, preferendo tagliare corto : «I miei avvocati hanno già parlato per me».
Bannon è il primo di 4 testimoni che hanno rifiutato di conformarsi a un mandato di comparizione della Commissione della Camera, seguito anche un altro ex consigliere di Trump, Peter Navarro, che verrà a sua volta processato a novembre dal giudice del tribunale distrettuale Amit Mehta. Il dipartimento di Giustizia, però, non ha sporto denuncia, almeno per ora, contro altri due importanti aiutanti di Trump, Mark Meadows e Dan Scavino, che come Bannon e Navarro hanno rifiutato di presentarsi davanti alla Commissione per testimoniare sotto giuramento.
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