Alla levata di scudi di tutti i sindacati di categoria, compresi quelli più marcatamente aziendalisti, contro la cessione di Comau entro l’anno a un fondo di investimento statunitense, risponde un criptico comunicato del Mimit: “In merito alla cessione della maggioranza delle quote di Comau da parte di Stellantis a un fondo straniero, il ministero delle Imprese e del Made in Italy comunica che si stanno svolgendo le valutazioni in ordine all’applicabilità della disciplina della golden power”.

Dato che la golden power, in altre parole i poteri speciali che il governo può esercitare nei settori strategici per tutelare l’interesse nazionale, è tecnicamente applicabile in questo caso, le riflessioni di Meloni&c. sono con tutta probabilità di sola natura economica. Per certo comunque l’avvio del percorso di vendita del 50,1% di Comau al fondo di investimento One Equity Partners, e non a un soggetto industriale, preoccupa non poco tutti gli addetti ai lavori.

“La decisione presa già due anni fa con la nascita di Stellantis non cambia la sostanza, si tratta di una scelta sbagliata – osserva ad esempio Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità – perché Stellantis si priva di un pezzo ad alto contenuto tecnologico e innovativo che conta complessivamente 3.800 lavoratrici e lavoratori”. A ruota Edi Lazzi, segretario della Fiom torinese, e Antonino Inserra responsabile Comau per la Fiom, ricordano: “L’azienda occupa in Italia circa 750 dipendenti, tutti nello stabilimento di Grugliasco, quasi tutti impiegati e con una sessantina di operai addetti alle ormai residuali produzioni di robot. Questo è un ulteriore tassello che evidenzia il percorso di abbandono intrapreso da Stellantis, auspichiamo che tutti i livelli istituzionali intervengano a tutela degli insediamenti industriali del nostro territorio”.

Ancora Lodi: “Lo spin off sarà in due tempi, in una prima fase Stellantis rimarrà come azionista di minoranza. Comunque le dichiarazioni rassicuranti sulle prospettive future di Comau e dei lavoratori si scontrano con un contesto in cui Stellantis continua a disimpegnarsi dal nostro paese, in una logica di massimizzazione dei profitti. D’altra parte è notizia di ieri il prolungamento degli ammortizzatori sociali per i lavoratori di Mirafiori fino alla fine del 2024”.

Se poi Stellantis prova a giustificare la cessione con il fatto che l’automazione industriale non è più considerata parte del core business del gruppo, e che una Comau autonoma potrebbe cercare occasioni di sviluppo al di fuori dell’automotive, la risposta dei sindacati metalmeccanici è unanime: il governo deve applicare la golden power, perché la cessione a fondi di investimento non segue mai logiche industriali. “E non è più rinviabile – aggiunge Lodi – la convocazione di un incontro alla presidenza del Consiglio sull’automotive e Stellantis, perché la situazione continua a precipitare in tutto il settore, e Stellantis è la vera responsabile di questo processo”.