Subito dopo la debacle in Champions league e nell’attesa dei Mondiali di Russia, il filosofo inglese Simon Critchley s’interroga sulla sua smodata passione per il Liverpool e il football in generale che occupa un posto importante nella sua vita sebbene gli annulli totalmente le facoltà critiche. Fa ricorso agli insegnamenti di Gadamer e Sartre, Nietzsche e Husserl per delineare una brillante poetica dell’esperienza calcistica, basata sulla fenomenologia, ragionando di spazio e tempo, stupidità e magìa, nel suo curioso libro A cosa pensiamo quando pensiamo il calcio (Einaudi, pg.170, euro14). Innanzitutto la contraddizione profonda del football odierno tra l’essenza del calcio...