Neppure l’invasione di campo delle Pussy Riot (per sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale sui detenuti politici russi) durante la finale Francia-Croazia è riuscita a togliere il buonumore a Putin. Ieri, il presidente russo prima di partire alla volta di Helsinki ha tenuto al Cremlino una breve conferenza stampa a bilancio dei campionati mondiali che a molti osservatori sono apparsi come un grande spot per la Russia del 2018. La proverbiale ospitalità dei russi e un’organizzazione curata fin nei minimi dettagli hanno reso piacevole la permanenza agli oltre due milioni di tifosi venuti da tutto il mondo.

L’INIZIATIVA di rendere gratuiti i treni ai tifosi che si dovevano spostare tra le 11 città in cui si teneva il mondiale, ha dichiarato Putin, verrà estesa dalla prossima estate anche ai turisti in modo da rendere più economici i viaggi in un paese così grande.

Putin ha rivelato che durante la manifestazione ci sono stati 25 milioni di attacchi alle strutture informatiche neutralizzati dagli specialisti russi del settore. «126 rappresentanti di servizi segreti di 55 paesi del mondo hanno partecipato a garantire la sicurezza della Coppa del mondo, oltre che forze di polizia di 34 Stati».

IL LEADER RUSSO si è anche augurato che tale collaborazione tra diversi paesi del mondo possa essere ora estesa «alla lotta contro il terrorismo internazionale, a contrastare il traffico di droga, l’immigrazione illegale, la criminalità transnazionale e informatica». Secondo Putin «solo combinando gli sforzi, possiamo affrontare efficacemente le sfide del futuro».

L’UNICO GRAVE INCIDENTE, del resto, è avvenuto dopo ben 25 giorni dall’inizio della manifestazione quando una giornalista inglese è stata derubata e narcotizzata (gli autori sono stati poi arrestati 24 ore dopo). E non ci sono stati neppure gli scontri tra hooligans britannici e ultras russi tanto temuti alla vigilia.