Internazionale

Starmer al cospetto di Biden per l’ok sugli Storm Shadow

L’arrivo negli Usa del primo ministro britannico Keir Starmer foto di Stefan Rousseau/ ApL’arrivo negli Usa del primo ministro britannico Keir Starmer foto di Stefan Rousseau/ Ap

Il limite ignoto Al Consiglio di sicurezza Onu l’ambasciatore russo ribadisce la minaccia di Putin: «Conflitto con la Nato»

Pubblicato 2 mesi faEdizione del 14 settembre 2024

Il messaggio di Vladimir Putin «è molto importante», e «ha senz’altro raggiunto i suoi destinatari», ha detto giovedì il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov a proposito dell’ultimatum del presidente russo sui missili a lungo raggio. Se all’Ucraina verranno rimosse le restrizioni territoriali, e potrà impiegare gli agognati Storm Shadow inglesi per colpire sul suolo russo, «cambierebbe la natura stessa del conflitto», aveva affermato Putin, e i paesi Nato «si ritroverebbero in guerra con la Russia». Per maggiore chiarezza, il concetto è stato ribadito ieri anche dall’ambasciatore di Mosca all’Onu, Vassily Nebenzia, al Consiglio di sicurezza: «La Nato sarebbe direttamente coinvolta nelle ostilità contro una potenza nucleare, credo che non dobbiate dimenticarvi di questo, e pensare alle conseguenze». L’intervento al Consiglio di sicurezza avviene nello stesso giorno dell’incontro – a Washington – fra il presidente Usa Joe Biden e il primo ministro inglese Keir Starmer, che dovrebbe essere incentrato proprio sull’eventualità di autorizzare l’invio e l’uso dei missili Storm Shadow.

SECONDO una ricostruzione del New York Times, Biden sarebbe «sul punto» di approvare l’uso di missili a lungo raggio – la visita di Starmer è proprio mirata a chiedere formale approvazione da parte dell’alleato americano – a patto che (per il momento) non vengano impiegati quelli Usa, gli Atacms. A dissuadere Biden dall’autorizzare l’uso dei missili del proprio esercito avrebbero influito i report dell’intelligence per cui la Russia reagirebbe aiutando l’Iran ad attaccare le forze armate statunitensi in Medio oriente.

A RIBADIRE la sua assoluta contrarietà all’invio e l’uso di missili a lungo raggio è stato il cancelliere tedesco Olaf Scholz, interpellato da Afp proprio in vista dell’incontro Biden/Starmer nel pomeriggio di Washington (troppo tardi per noi): «La Germania ha preso una decisione chiara su ciò che farà e ciò che non farà. Questa decisione non cambierà». Di parere opposto il premier canadese Justin Trudeau: il Canada sostiene e approva l’uso da parte di Kiev di queste armi per «prevenire e impossibilitare la continuata capacità russa di arrecare danno alle infrastrutture civili ucraine». Del suo stesso avviso, naturalmente, anche Volodymyr Zelensky, che su X ha ringraziato gli Stati uniti per il loro «sostegno militare ed economico». «Tuttavia – ha aggiunto – ci serve il permesso per usare le armi a lungo raggio, e spero che verrà presa una decisione rilevante».

In attesa dell’incontro che potrebbe cambiare la direzione della guerra, ieri è continuata la battaglia diplomatica fra Mosca e il Regno unito per i sei diplomatici britannici espulsi dalla Russia. La Fsb, l’agenzia di intelligence russa, aveva dichiarato che i sei erano spie ingaggiate da Londra per arrecare danno alla Federazione russa. Valutazione ribadita dalla portavoce degli Esteri Maria Zakharova, che li definisce «cosiddetti diplomatici»: «L’ambasciata britannica si è spinta ben oltre i limiti delineati dalla convenzione di Vienna», i suoi dipendenti conducevano operazioni «mirate a arrecare danno al nostro popolo». Reazione di sdegno da Londra, che ha respinto le accuse russe come «infondate». Secondo il Guardian, si tratterebbe di una rappresaglia contro l’incriminazione, alcuni mesi fa, di alcuni uomini inglesi che stavano progettando, per conto della Russia, degli incendi di alcune attività di proprietà ucraina sul suolo britannico.

PRIMA che da Washington parlasse Starmer, è stato il segretario di Stato Usa Antony Blinken ieri a tenere una conferenza stampa, durante la quale ha annunciato nuove sanzioni da parte Usa, canadese e del Regno unito dirette alla Russia, nello specifico contro «tre entità (tra cui Rt, ndr) e due individui» coinvolti nelle «operazioni di influenza segrete di Mosca, tra cui le interferenze nella democrazia moldava e nelle imminenti elezioni» nel Paese. Sempre ieri alla Commissione Ue si è discusso di come mantenere il congelamento dei beni russi per finanziare l’autodifesa europea, mente nuove sanzioni sono in progetto anche contro l’Iran, per il suo invio di missili balistici alle truppe del Cremlino.

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