Domani (martedì, ndr) la scelta non potrebbe essere più chiara. La candidatura di Hillary è basata su intelligenza, esperienza, preparazione, e su una visione concreta per l’America di oggi. Un’America dove ciascuno conta, uomini e donne, bianchi e neri, ispanici e nativi, dove persone di tutte le fedi e di tutte le origini possono unirsi per risolvere i problemi in modo ragionevole e approfondito.
Questa visione dell’America è essenziale, e va sostenuta a prescindere da quanto sia difficile da realizzare.
![Clinton e Springsteen nel backstage - foto Bruce Springsteen official website](/cdn-cgi/image/width=1400,format=auto,quality=85/https://static.ilmanifesto.it/2016/11/08/14947757-10154482236410250-3379442368133899699-n-700x933.jpg)
Hillary vede un’America in cui il problema della distribuzione dei redditi deve essere al centro del dibattito nazionale, dove il progresso che abbiamo fatto per la riduzione della disoccupazione non è ancora sufficiente, e possiamo fare di meglio.
Lei crede nell’assistenza sanitaria per tutti, e la costruirà sul lavoro fatto finora dal presidente Obama.
Vede un’America che deve essere più giusta (fairer, ndr), dove le corti e i tribunali difenderanno i diritti di tutti i nostri concittadini e non solo dei privilegiati.
Vede un’America dove la riforma dell’immigrazione è trattata in modo realistico e compassionevole.
E chiede all’America di partecipare al benessere del nostro pianeta, sia negli affari internazionali che nella scienza, dove la difesa dei diritti delle donne non è un’aggiunta ma la priorità.
È un paese dove dobbiamo davvero essere più forti insieme («stronger together» è il motto della campagna di Clinton, ndr).
E ora, brevemente, per parlare del suo avversario, dirò che è un uomo che manca totalmente di dignità (decency, ndr), la cui visione è limitata a ben poco oltre se stesso, che dà la massima priorità ai suoi interessi personali e al suo ego, prima ancora che alla stessa democrazia americana. Un tizio che sarebbe disposto a danneggiare tutto quello che abbiamo costruito di ammirevole negli anni.
Sarebbe imperdonabile. Domani le sue idee e la sua campagna perderanno.
Ma dobbiamo tutti fare la nostra parte, in modo da poter guardare indietro a questo 2016 e affermare che eravamo dalla parte di Hillary Clinton e dalla parte giusta della storia.
Per questo sono qui stasera di fronte a voi, con il sogno di un’America migliore. Questa canzone è una preghiera per dopo il voto, si chiama «Long Walk Home».
Discorso pronunciato il 7 novembre al comizio conclusivo di Hillary Clinton a Philadelphia, trascritto da C-Span. Traduzione dall’inglese di Matteo Bartocci