Le parole somigliano un po’ ai fiori. E non dico per l’uso stravagante che se ne faceva nell’Ottocento, quando ciascuno di essi esprimeva una sfumatura emotiva, ed esistevano libri appositi che ne illustravano la grammatica come Le langage des fleurs di Charlotte de La Tour, bensì perché le une come gli altri capita alle volte che perdano in tutto o in parte il loro aroma originario non appena li si travasi. Così forse nell’italiano spirituale svapora molta della specifica fragranza del termine Geist di Über das Geistige in der Kunst, il più noto fra gli scritti di Kandinskij, come sottolinea...