Dopo anni di trattative – e, si vocifera, l’intervento diretto di Pedro Sánchez e Yolanda Diaz – Unidas Podemos e il Psoe hanno trovato la quadra sulla Legge sulla casa, riuscendo a convincere anche i catalani di ERC e i baschi di Bildu dopo aver accolto alcune rivendicazioni dei sindacati degli inquilini.

I negoziati si erano arenati a tal punto che la riforma – inserita tra le priorità della coalizione al governo dal 2019 – sembrava spacciata, finché venerdì i portavoce hanno annunciato l’accordo su quella che sarà la prima legge organica in materia di alloggi dalla fine del franchismo. Mancano solo sei settimane dalle elezioni comunali e regionali e l’aumento del costo degli alloggi è in cima alle preoccupazioni dell’opinione pubblica.

In conferenza stampa, la repubblicana catalana Pilar Vallugera e il dirigente della sinistra basca Oskar Matute hanno rivendicato i miglioramenti, rispetto al testo varato un anno fa dal Consiglio dei ministri, introdotti grazie alle pressioni delle loro formazioni senza i cui voti l’esecutivo non ha i numeri per approvare la norma alle Cortes.

L’accordo prevede la limitazione dell’aumento degli affitti – svincolato dall’indice dei prezzi al consumo – al 2% nel 2023 e al 3% nel 2024; inoltre, d’ora in poi dovrà essere il locatore a pagare la provvigione dell’agenzia che affitta il suo immobile, e non più l’inquilino.

Per contrastare la speculazione e l’accaparramento degli immobili, la nuova legge concede alle comunità autonome la facoltà di considerare “grandi proprietari” anche le persone fisiche (e non solo quelle giuridiche) che possiedono più di cinque case. Se gli alloggi posseduti rientrano nelle aree considerate “stressate”, i grandi proprietari potranno essere sottoposti ad una politica di contenimento dei prezzi.

Rispetto al testo iniziale, la nuova legge rende più semplice, per i governi regionali e comunali, dichiarare “stressata” un’area – basterà che il costo degli alloggi superi il 30% del reddito medio delle famiglie della zona o che negli ultimi 5 anni i costi delle locazioni siano cresciuti di oltre il 3% rispetto all’inflazione – così da poter imporre un tetto sia agli affitti già in essere sia a quelli sottoscritti ex novo.

Infine, il testo prevede misure aggiuntive di protezione dei soggetti più fragili e vieta l’esecuzione degli sfratti che non riportano una data e un orario prestabiliti.

I sindacati degli inquilini e le “Piattaforme delle vittime dei mutui” (PAH) non si ritengono però del tutto soddisfatti. Le principali sigle, pur apprezzando i passi in avanti, non credono che la nuova legge sia in grado di limitare realmente l’aumento dei prezzi, denunciano un vuoto normativo che potrebbe spingere i proprietari di immobili a ricorrere agli affitti stagionali e criticano il testo perché consente di aumentare gli affitti fino al 10% dopo la realizzazione di eventuali migliorie.

Per il portavoce socialista al Congresso Patxi Lopez, invece, la riforma rende la casa «davvero un diritto». Soddisfatti i viola, che avevano inviato al PSOE un ultimatum affinché vincesse le resistenze dei settori socialisti legati alle associazioni dei proprietari. Alejandra Jacinto (Podemos) ha definito il testo «efficace per abbassare gli affitti, proteggere le famiglie dall’aumento dei tassi di interesse e combattere la speculazione».

Al contrario, il Partito Popolare ha già chiarito che le regioni dove governa non applicheranno le nuove norme e la presidente della Comunità di Madrid, Isabel Díaz Ayuso, ha annunciato un possibile ricorso alla Corte costituzionale.