Spagna, quarantena obbligatoria per i turisti
Coronavirus Mappa del Paese molto diversificata: il record è nella provincia di Soria, al 14,4%, ma altre zone della Castiglia, tra cui Madrid, sono tutte sopra al 10%; Barcellona è intorno al 7%, ma il resto della Catalogna è sotto il 5%, così come le Baleari, le Canarie, l’Andalusia, la Galizia e le Asturie (tutte zone molto turistiche)
Coronavirus Mappa del Paese molto diversificata: il record è nella provincia di Soria, al 14,4%, ma altre zone della Castiglia, tra cui Madrid, sono tutte sopra al 10%; Barcellona è intorno al 7%, ma il resto della Catalogna è sotto il 5%, così come le Baleari, le Canarie, l’Andalusia, la Galizia e le Asturie (tutte zone molto turistiche)
Sono circa 2 milioni e mezzo gli spagnoli che hanno superato il Covid-19, il 5% della popolazione (uomini e donne allo stesso modo). Il dato (ancora preliminare) l’ha fornito il governo spagnolo ieri sera per bocca del ministro della Scienza, Pedro Duque, e del ministro della Salute, Salvador Illa. Due terzi del campione rappresentativo della popolazione selezionato (90mila persone) è già stato sottoposto a un test sierologico a caccia di anticorpi che dimostrano che si è entrati in contatto con il virus. Nelle prossime sei settimane lo studio continuerà per studiare l’evoluzione della prevalenza.
Il numero di infettati confermati ufficiali ieri era di quasi 230mila persone (184 i morti): quindi una decima parte dei casi reali, secondo i dati statistici che ha presentato il gruppo di ricercatori che dal 26 aprile sta lavorando su questo importante studio. Il dato, in linea coi risultati di altri paesi (è di ieri la pubblicazione di un articolo su Science che dice che la Francia è al 4.4% per esempio). Ma la mappa della Spagna è molto diversificata: il record è nella provincia di Soria, al 14,4%, ma altre zone della Castiglia, tra cui Madrid, sono tutte sopra al 10%; Barcellona è intorno al 7%, ma il resto della Catalogna è sotto il 5%, così come le Baleari, le Canarie, l’Andalusia, la Galizia e le Asturie (tutte zone molto turistiche).
La cattiva notizia è che si è molto lontani dall’immunità di gruppo (che si raggiungerebbe con circa il 60% della popolazione infettata), ma la buona è che evidentemente il lockdown ha funzionato perché ha impedito al virus di circolare. Ma purtroppo, come ha avvertito Marina Pollán, la direttrice scientifica dello studio che accompagnava i ministri, con questa prevalenza «potrebbe esserci un nuovo picco dell’infezione». Il ministro Illa ha detto che lo studio conferma che è «stato corretto pianificare un’uscita dal confinamento asimmetrica, adattata alla realtà epidemiologica dei territori» e ha difeso la misura presa martedì dal Consiglio dei ministri: la quarantena obbligatoria di 2 settimane per i turisti stranieri, una misura «di salute pubblica» necessaria «in questa fase» ma che forse potrebbe non essere necessaria nel futuro. «Studieremo tutte le proposte della Ue», ha assicurato. Ieri infatti tutto il mondo del turismo si strappava i capelli, soprattutto nelle isole che dipendono in misura fondamentale da questo settore economico.
Intanto Sánchez cerca in tutti i modi di assicurarsi un’ultima proroga dello stato d’allarme. Il numero di appoggi parlamentari è sceso pericolosamente di proroga in proroga e il premier vuole tagliare la testa al toro e chiederne la settimana prossima un’ultima di un mese (il doppio del normale) per gestire le fasi di uscita dal confinamento. Ma non è chiaro se otterrà gli appoggi necessari.
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