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Sovraffollamento e suicidi, Giachetti denuncia Nordio e sottosegretari

Sovraffollamento e suicidi, Giachetti denuncia Nordio e sottosegretariIl ministro della Giustizia Carlo Nordio – Ansa

Decreto «Carcere sicuro» Promulgata la legge. Dibattito sulla custodia cautelare. Ma è tutto rinviato. Anche l’incontro con Mattarella

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 9 agosto 2024

Con la conversione in legge del decreto «Carcere sicuro», promulgato ieri dal presidente Mattarella, il parlamento ha chiuso per ferie. Anche il capo dello Stato si è trasferito per qualche giorno a Castelporziano e il ministro Nordio parte oggi per le vacanze. Perciò perfino la richiesta di incontro al Quirinale, annunciata dal Guardasigilli dopo il vertice con Meloni a Palazzo Chigi, è rinviata a settembre. Nel frattempo ci si può intrattenere con il dibattito sulla «custodia cautelare»: sulla modifica della carcerazione preventiva, che interessa quasi il 30% della popolazione penitenziaria ancora in attesa di giudizio definitivo, è tutto un convergere di intenti e promesse, da Forza Italia ai centristi di Renzi e Calenda. Buoni propositi certo non ostacolati dall’opposizione ma che non rappresentano la soluzione immediata per l’emergenza che detenuti e agenti soffrono in questo preciso momento. Motivo per il quale il deputato di Iv Roberto Giachetti e i dirigenti di Nessuno tocchi Caino hanno denunciato ieri ai carabinieri di Roma il ministro Nordio e i sottosegretari Delmastro e Ostellari, perché «non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo».

Spiega l’associazione radicale che «l’esposto è rivolto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma perché, a fronte della gravità della situazione nelle carceri – descritta con dovizia di particolari nelle 11 pagine del testo – e a fronte dei probabili ulteriori pericoli che incombono sulla comunità penitenziaria, verifichi la sussistenza di eventuali responsabilità penali» di chi, «avendo specifici obblighi di custodia dei ristretti, non vi adempiono cagionando loro un danno evidente alla salute, fisica o psichica, e alla loro stessa vita». Nell’esposto-denuncia si fa riferimento ai 65 detenuti che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno, al sovraffollamento tornato a livelli intollerabili con 14 mila reclusi in più dei posti disponibili, alla carenza di organico con 18 mila agenti penitenziari in meno rispetto alla pianta organica, e al fatto che «negli ultimi sei anni i magistrati di sorveglianza hanno riconosciuto 24.301 (circa 4.700 nel solo 2023) rimedi risarcitori per condizioni di detenzione contrarie all’umanità della pena». Di fronte a questa «tragedia che si consuma ormai sotto gli occhi di tutti», spiegano i querelanti, «il Ministro della Giustizia e i sottosegretari» hanno, tra l’altro, «all’unisono opposto un netto rifiuto alla sola proposta di legge concreta, quella di Nessuno Tocchi Caino depositata in parlamento da Roberto Giachetti, volta ad aumentare con effetto retroattivo i giorni di liberazione anticipata e, quindi, a incidere nell’immediato sul sovraffollamento carcerario che è all’origine di ogni illegalità nell’esecuzione della pena».

La destra s’indigna ma Giachetti, che con Rita Bernardini ha «fatto quasi due mesi di sciopero della fame», ricorda che «sono circa 7.000 i nuovi ingressi in carcere da quando il governo si è insediato».

Anche l’associazione Luca Coscioni ha diffidato tutte le Asl italiane affinché garantiscano il diritto alla salute nei 189 istituti di pena, vista «la totale mancanza di attenzione dedicata alla salute nell’ultimo decreto del Governo in materia di carceri».

Ma a Nordio rispondono anche alcuni giudici come Giovanni Pavarin, ex responsabile del Coordinamento nazionale magistrati di Sorveglianza, che stima in mille la carenza di magistrati nei 29 tribunali «chiamati a decidere su un numero altissimo di fascicoli». Secondo Pavarin, «sono circa 100 mila le posizioni al vaglio, solo per quanto riguarda i condannati in stato di libertà che devono espiare pene uguali o inferiori a 4 anni. Gente che attende di conoscere il proprio destino, se il carcere o le pene alternative». Mentre per Marcello Bortolato, presidente del tribunale di Sorveglianza di Firenze, «il decreto appena approvato non migliora minimamente la situazione e anzi è fattore di complicazioni».

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