Serena Sorrentino, segretaria generale della Funzione pubblica (Fp) Cgil dal giugno 2016, il vostro dodicesimo congresso che si apre oggi fino a venerdì a Cervia (Ravenna) avrà al centro la proposta di un Piano straordinario di assunzioni nella Pubblica amministrazione, ce lo può anticipare?
Nei prossimi sei anni andranno in congedo, escluso il settore istruzione, 700 mila addetti del settore pubblico. Già oggi il fabbisogno di personale per garantire i servizi pubblici, ad esempio abbattere le liste d’attesa in sanità, garantire l’accesso ai servizi educativi, avere tempi della giustizia dignitosi, ricevere un documento allo sportello quando se ne fa richiesta, dovrebbe vedere almeno il 30% di organico in più, cioè 500 mila assunzioni, per un totale di 1,2 milioni di nuovi assunti da qui al 2030. Se non si corre ai ripari il problema non sarà contenere esternalizzazioni e precariato, ma quello di non avere più un sistema pubblico in grado di garantire diritti con evidenti riflessi sulla crescita delle disuguaglianze. Per rendere attrattiva la Pubblica amministrazione però vanno aumentati i salari, garantita formazione continua e carriere. Il governo in carica non ha messo un euro sulla spesa per il Personale, quindi sta decisamente scegliendo la via della riduzione del perimetro pubblico.

La segretaria generale della Fp Cgil Serena Sorrentino

Il Pnrr avrebbe la possibilità di aiutare questo processo ma prevede solo assunzioni precarie e difatti i primi concorsi banditi sono un flop.
Intanto le selezioni chiedevano titoli di studio e competenze superiori a quelli dei Dirigenti che dovrebbero coordinarli a funzionari che guadagneranno circa 1.400 euro al mese, con contratti a termine, ma siamo almeno riusciti ad avere una norma che li stabilizzerà. Il problema è che il privato a professionisti come ingegneri, medici o infermieri è in grado di garantire remunerazioni più alte. Esiste un “mercato dei professionisti” e una larga parte invece di persone che rimane fuori dai concorsi perché non ha i titoli richiesti e che viene stritolata da precarietà e dumping contrattuale.

Il vostro comparto maggiore è la sanità, la pandemia pare non aver insegnato niente: il processo di privatizzazione va avanti imperterrito in Italia.
Siamo oltre la privatizzazione. Do tre dati prendendo a riferimento gli ultimi 10 anni: i tagli al Fondo sanitario nazionale ammontano a circa 40 miliardi; il finanziamento alla sanità accreditata a circa 41 miliardi e il finanziamento al welfare contrattuale a circa 38 miliardi. Il Pnrr post pandemia dà risorse per costruire gli ospedali e le case di comunità ma se il governo non finanzia le assunzioni è il più grande spostamento di investimenti pubblici verso il settore privato degli ultimi anni.

Il sistema pubblico viene da decenni di tagli continui. Per avere un organico che possa assicurare servizi alla cittadinanza servono almeno 1,2 milioni di innesti entro il 2030In Cgil siamo davanti a un congresso sostanzialmente unitario, quale ruolo avrà il sindacato davanti al primo governo guidato da una forza politica post fascista?
È il governo della divisione sociale, della secessione territoriale, che fa politiche per i ceti più abbienti e arretra sul terreno dei diritti civili e delle libertà, a partire dalle donne, non ascolta il lavoro e continua nel sostegno alla guerra. Non c’è altra via che quella di costruire un grande movimento popolare che riparta dalla difesa dei diritti, dalla lotta alle disuguaglianze, per la pace.