Sorrentino, «Il mio Vaticano senza provocazioni e pregiudizi»
Venezia 73 Il regista premio Oscar al Lido per presentare - fuori concorso - i primi due episodi della serie televisiva «The Young Pope» che andrà in onda dal 21 ottobre su Sky
Venezia 73 Il regista premio Oscar al Lido per presentare - fuori concorso - i primi due episodi della serie televisiva «The Young Pope» che andrà in onda dal 21 ottobre su Sky
«Il mio è un lavoro che affronta il mondo della chiesa cattolica con curiosità e onestà, senza sterili provocazioni o pregiudizi: come reagirà il Vaticano non è un problema che mi riguarda» dice Paolo Sorrentino a proposito della sua serie tv The Young Pope, evento speciale al Festival di Venezia dove sono stati proiettati i primi due episodi dei dieci previsti per la fiction che andrà in onda su Sky, che ha coprodotto con Hbo e Canal +, a partire dal 21 ottobre.
The Young Pope – continua il regista che al Lido aveva presentato in concorso il suo L’uomo in più nel 2001 – «racconta fin dove può le contraddizioni, le difficoltà e gli aspetti affascinanti del Vaticano, del clero, delle suore e di quel prete ‘speciale’ che è il Papa». Un Papa giovane e controverso, con la passione per il fumo che, racconta Sorrentino, è ispirata a Ratzinger: «ho saputo che anche lui è un fumatore». Il volto del pontefice sorrentiniano è quello di Jude Law, che racconta come questo personaggio gli abbia consentito di «esplorare una personalità ricca di contrasti e contraddizioni». «All’inizio l’idea di interpretare il Papa mi spaventava – continua l’attore – ma Paolo mi ha fatto riflettere sul fatto che il mio Pio XIII è in fin dei conti solo un uomo a cui accade di diventare il pontefice».
Per Sorrentino è il primo lavoro televisivo – «un aggettivo che ormai non è più deteriore» – e per scrivere la sceneggiatura è stato affiancato da Umberto Contarello, Stefano Rulli e Tony Grisoni. «Non è stato un lavoro semplice», racconta il regista, ma «quando si lavora su una dilatazione così ampia si possono approfondire di più i personaggi e ci si possono concedere delle digressioni che al cinema non sono consentite per motivi di tempo».
Ma nella maggior parte delle serie televisive, «anche quelle che più abbiamo amato» dice il regista, «mancano dei momenti di sintesi molto alta, propri invece del cinema e che io ho inserito in The Young Pope, che infatti considero come un film lungo 10 ore».
La scena iniziale ci introduce al neoeletto Pio XIII con una sequenza girata in Piazza San Marco, che avevamo visto anche nel suo Youth: «Venezia esercita un fascino irresistibile su di me, quindi ho deciso di filmare di nuovo quella piazza perché non ero del tutto contento di come lo avevo fatto la prima volta».
Da quel momento in poi, il giovane pontefice darà prova di non essere affatto il burattino facilmente manovrabile che il conclave aveva auspicato, e di avere una concezione della chiesa estremamente conservatrice: «Non mi sembra poco plausibile – spiega Sorrentino – perché è nella natura delle cose che a un Papa liberale come Francesco ne possa succedere uno conservatore. Mi sembra illusorio pensare che la chiesa abbia avviato un lunghissimo cammino verso la liberalità».
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