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«So what?»: nuove prove sul tentato golpe di Donald Trump

«So what?»: nuove prove sul tentato golpe di Donald Trump

Stati uniti Il documento del procuratore speciale Jack Smith: erano atti privati, non coperti dall'immunità

Pubblicato 2 giorni faEdizione del 4 ottobre 2024

Quando nessuno se lo aspettava, mercoledì sera, è stato desecretato il file sul tentato golpe di Donald Trump depositato dal procuratore speciale del dipartimento di Giustizia Jack Smith.

Si tratta di un documento di 165 pagine dove viene delineata quella che Smith descrive come la «condotta criminale privata»  dell’ex presidente, sostenendo che Trump non ha diritto all’immunità dalle accuse penali in quanto ha agito da privato cittadino per un guadagno privato, e non per un dovere pubblico di ufficio.

Nel giustificare la sua incriminazione di Trump, Smith ha affermato che il tycoon ha agito come un candidato (office seeker) piuttosto che come un funzionario (office holder), e che «dovrebbe essere processato per i suoi crimini come si farebbe con qualsiasi altro cittadino. Sebbene l’imputato fosse il presidente in carica durante le accuse di cospirazione, il suo piano era fondamentalmente privato». «Quando l’imputato ha perso le elezioni presidenziali del 2020, è ricorso a crimini per cercare di rimanere in carica – si legge nel documento – Con cospiratori privati, l’imputato ha lanciato una serie di piani sempre più disperati per ribaltare i legittimi risultati elettorali in sette stati. Dove aveva perso».

Quando il tentativo di Trump di ribaltare le elezioni attraverso delle cause legali non è riuscito a cambiare l’esito del voto, a quel punto, secondo i pubblici ministeri,  l’ex presidente ha incitato la violenza della sua base: l’ex presidente viene definito direttamente responsabile della «miccia che ha acceso di proposito il 6 gennaio».

«L’imputato – continua Smith –  sapeva anche di avere solo un’ultima speranza per impedire la certificazione di Biden come presidente: la folla numerosa e inferocita che stava di fronte a lui. Quindi, per più di un’ora, ha tenuto un discorso inteso a infiammare i suoi sostenitori e a motivarli marciare verso il Campidoglio».

Il lungo documento, che include un riassunto di 80 pagine delle prove raccolte dagli investigatori, delinea più casi in cui Trump nonostante i suoi consiglieri smentissero le sue accuse di broglio da parte dei democratici, ha continuato a diffondere le bugie su una frode elettorale ordita contro di lui. «Non importa se hai vinto o perso le elezioni. Devi comunque combattere come un dannato», avrebbe detto  ai membri della sua famiglia.

Uno degli avvenimenti più sconcertanti descritti nel rapporto riguarda una reazione di Trump: mentre era in corso l’insurrezione, un membro dello staff del tycoon l’avrebbe avvertito del fatto che i suoi sostenitori erano riusciti ad entrare nel Congresso dove si trovava il suo vicepresidente Mike Pence, che aveva appena accusato su Twitter di essere un traditore. La speranza era che Trump facesse un appello alla sua base, mentre Pence veniva scortato fuori dal Campidoglio, perché si fermasse. Trump, invece, avrebbe risposto: «So what?» (E quindi?)

Dopo che il documento è stato reso pubblico, il portavoce della campagna di Trump, Steven Cheung, ha diffuso una dichiarazione in cui affermava che si tratta di n tentativo di interferire con le elezioni. «L’intero caso è una caccia alle streghe – ha a dichiarato Cheung – faziosa e incostituzionale che dovrebbe essere completamente respinta».

Aspettandosi una reazione di questo tipo, nell’ordinanza che ha consentito di rendere pubblica la documentazione redatta da Smith, la giudice distrettuale Tanya Chutkan, che presiede il caso, ha affrontato le accuse di parzialità avanzate la difesa. «L’imputato ha accusato ripetutamente il governo di parzialità e malafede. Queste accuse, per le quali l’imputato non fornisce alcun supporto, continuano un modello della difesa che si incentra   sulla retorica politica piuttosto che affrontare i tem8i legali in questione. Non solo questo è inutile per la corte, ma è anche inadatto ad un avvocato difensore esperto, e compromette il procedimento giudiziario».

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