Per ora silenzio. Neanche una parola di risposta. Certo, si potrà obiettare che questa è una pratica “normale” per Google che rarissimamente risponde alle sollecitazioni sui diritti umani. Ma stavolta in ballo non ci sono progetti, dichiarazioni: ci sono vite, ci sono persone che rischiano. Di fare la fine di Jamal Khashoggi, il giornalista assassinato e fatto a pezzo nell’ambasciata saudita di Istanbul. Sì, perché si parla di Riad, del regno che riempie quotidianamente le cronache dei media internazionali per le sue violazioni dei diritti umani. Di che si tratta? In due parole: nel suo blog ufficiale, a dicembre dell’anno...