Diretta social del venerdì, il presidente della Campania Vincenzo De Luca si lancia in commenti a tutto campo da Roma Capitale al G 20, passando per i casi Covid di Trieste. Neppure un accenno all’inchiesta di Salerno su cooperative e voto di scambio eppure proprio ieri gli è stato notificato l’avviso di proroga delle indagini. De Luca è stato iscritto nel registro degli indagati per concorso in corruzione.

DEL GOVERNATORE ha parlato ai pm il dominus delle coop Fiorenzo Zoccola, che ha raccontato «il sistema Salerno» e «il cerchio magico» deluchiano. Ventinove gli indagati, le accuse sono turbata libertà degli incanti, induzione indebita, associazione per delinquere, corruzione. Il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, rieletto il mese scorso, è sospettato di turbativa d’asta. Il caso è esploso lo scorso 11 ottobre: 10 misure cautelari per fare luce su affidamenti diretti a 8 cooperative che, a partire dal 2002, si sono viste assegnare con proroghe continue la manutenzione del verde, dei parchi pubblici, delle strade. Un giro di affari da 1,6 milioni l’anno. Si presentavano come coop sociali per il recupero dei lavoratori disagiati ma in realtà, secondo la procura, operavano come ogni altra srl per profitto personale. Per aggirare le norme, i lavori venivano divisi in lotti in modo da poter fare affidi «sotto soglia» evitando i bandi pubblici, eludendo la concorrenza e provocando un danno alle casse del comune.

A GESTIRE I RAPPORTI tra coop e politica ci pensava Zoccola, a cui fanno capo Terza dimensione e 3SSS: finito in carcere, ha risposto ai pm rendendo approfondite dichiarazioni, piene di omissis, una collaborazione che gli è valsa i domiciliari. In uno dei verbali si legge: «Esiste un accordo ben preciso tra le cooperative e la politica che è teso a garantire alle prime continuità lavorativa in cambio di voti da parte di coloro che ne sono formalmente soci ma che in realtà sono dipendenti. Le cooperative non esauriscono questo sistema che trova, invece, la sua massima espressione nelle società partecipate e municipalizzate». Su partecipate e municipalizzate punta il prossimo fronte dell’inchiesta.

CINQUE VOLTE SINDACO di Salerno a partire dal 1993, il governatore è al centro dei verbali di Zoccola, i due si conoscono dagli anni ’80. I due si erano visti a giugno 2020 e avevano parlato di voti. Spiega Zoccola ai pm: «Garantivo l’equilibrio. Significa garantire che tutti potessero lavorare. Significa che, nella consapevolezza di tale mio ruolo di interfaccia con il comune, veniva prestata adeguata considerazione alle indicazioni di voto che fornivo alle altre cooperative. Ad esempio, l’indicazione del presidente De Luca circa la ripartizione dei voti alle regionali tra Savastano e Picarone, nella misura del 70 e 30%». Franco Picarone, fedelissimo di De Luca, è stato eletto nel Pd a settembre 2020 con 21mila voti, Nino Savastano in Campania libera (la civica deluchiana) con 16mila voti. Savastano è ai domiciliari: condannato per abuso d’ufficio nel 2008 e poi riabilitato, è stato assessore comunale alle Politiche sociali nelle giunte di De Luca.

AI PM Zoccola dichiara: «I miei riferimenti sono Vincenzo e Roberto De Luca (figlio minore del governatore ndr). Con Piero non ho rapporti perché non c’è affinità». Piero è il primogenito, vicepresidente del gruppo Pd alla Camera. La vecchia guardia del padre lo accusa di volerli estromettere per favorire persone a lui legate. Dopo le elezioni, il 24 settembre 2020, Zoccola spiega a Savastano di aver parlato con Roberto: «Gli ho detto: ci siamo rotti il cazzo, avete avuto un’altra dimostrazione che cinque vostri candidati della vecchia guardia hanno fatto il culo a tutti quanti a Salerno, hanno preso 21mila voti, tuo fratello ne ha presi 2.400». Zoccola decide di passare al centrodestra: «Dissi a Savastano, dopo le elezioni, che avrebbe dovuto riferire a Vincenzo che non avrei più fatto campagna elettorale: avevano ridimensionato il ruolo di mio fratello in una partecipata del comune».

LE RELAZIONI ERANO TESE da tempo. A giugno 2020 c’era stata una perquisizione, le coop avevano cambiato gli amministratori per sviare le indagini. Nella sede del consorzio di Zoccola vengono sequestrati un «Promemoria per il presidente» e uno «per il dottor Roberto De Luca». Nel primo Roberto Nobile, Rup del Comune, viene definito «il responsabile di tutti i mali»: Zoccola ne chiede la rimozione perché aveva escluso le sue coop dal bando del 2017 dopo i numerosi rilievi dell’Anac.