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Sirene silenti, idranti senz’acqua: cresce la rabbia alle Hawaii

Sirene silenti, idranti senz’acqua: cresce la rabbia alle HawaiiL'incendio di Maui – Ap

Stati uniti Sempre più lunga la lista di mancanze delle autorità locali e statali. Intanto sale a 96 morti il bilancio del peggior rogo della storia Usa. Ma solo il 3% del territorio colpito è stato perlustrato

Pubblicato circa un anno faEdizione del 15 agosto 2023

Il bilancio provvisorio delle vittime degli incendi a Maui parla di 96 morti e di un migliaio di persone ancora disperse. Considerando che finora è stato perlustrato solo il 3% delle aree di ricerca, si prevede che il bilancio definitivo sarà ben più pesante. Ma anche senza aspettare il conteggio finale, questo è il rogo più letale nella storia Usa, da quando nel 1918 453 persone morirono fra il Wisconsin e il Minnesota.

SI STIMA che il danno provocato dagli incendi sia di circa 5,5 miliardi di dollari, con i danni all’ecosistema ancora tutti da calcolare. In un’isola che da paradiso da cartolina si è trasformata in inferno nel giro di una notte, gli aiuti stanziati dal governo stanno facendo fatica a raggiungere molti dei sopravvissuti e centinaia di persone si trovano stipate nei rifugi in tutta l’isola.

Il disastro ha messo a nudo le inefficienze del sistema. Le autorità, statali e locali, sono ora al centro delle polemiche per il ritardo nella reazione: molte persone hanno saputo degli incendi solo quando le fiamme sono arrivate a lambire le loro case.

Stando alle testimonianze, gli avvisi d’allerta sui cellulari sarebbero partiti in ritardo e le sirene, nonostante siano considerate un sistema tra i più efficienti degli Usa, non sarebbero scattate. La procuratrice federale delle Hawaii Anne Lopez ha già aperto un’inchiesta, per «capire quali decisioni sono state prese prima e durante gli incendi e per rendere pubblici i risultati».

Ci sono molte domande anche sulla gestione dell’emergenza a disastro avvenuto: una volta arrivati, i pompieri avrebbero trovato gli idranti anti-incendio senz’acqua. Mancanze che stanno facendo crescere la rabbia per un disastro che, se non evitato, poteva forse essere contenuto e che affonda le radici nella cattiva gestione del territorio.

GLI INCENDI sono stati favoriti dalla diffusione di piante invasive provenienti dall’Africa, usate per foraggiare il bestiame, che occupano quasi un quarto delle Hawaii. Le piante da foraggio sono altamente infiammabili, al contrario della canna da zucchero che fino al 2016 era la pianta principale presente sulle isole.

Visto il contesto i residenti invitano a non andare a Maui. Un famoso hawaiano, l’attore di Baywatch Jason Momoa ha chiesto attraverso la stampa: «Non venite, non convincetevi che la vostra presenza sia necessaria. Meno visitatori ci sono ad assorbire risorse estremamente limitate, meglio è».

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