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Sinistra, prove tecniche di federazione

Sinistra, prove tecniche di federazioneL'incontro a Roma tra i giovani amministratori di sinistra

L'incontro A Roma i giovani amministratori progressisti lanciano una rete. Emily Clancy: «Sogno una coalizione civica nazionale per le politiche»

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 28 novembre 2021

«Il mio sogno è una coalizione civica nazionale, che federi la sinistra a partire dalle esperienze dei territori, e che non sia l’ennesimo cartello elettorale messo in piedi alla vigilia del voto». Emily Clancy, vicesindaca di Bologna, è stata ieri una delle protagoniste di «Pragmatica», la reunion romana dei giovani amministratori di sinistra che hanno avuto buoni risultati alle ultime comunali.

Prima di risalire sul treno Clancy ragiona col manifesto sulle possibili prospettive future di questo embrione: «Questa federazione dovrebbe nascere dal basso, dalle esperienze nelle città, e poi coinvolgere anche i partiti. Finora invece ci sono sempre stati accordi tra gruppi parlamentari, calati dall’alto. E non hanno funzionato: dobbiamo sovvertire quest’ordine».

LA SUA COALIZIONE CIVICA a Bologna ha preso a ottobre il 7,3% e 4 consiglieri comunali: il risultato migliore tra i gruppi che si sono confrontati ieri a Roma, cui tutti guardano come esempio. Clancy però è prudente: «Siamo solo a uno stadio primordiale della discussione, giustamente è stato un primo scambio di idee sull’esito delle elezioni, non c’è ancora una piattaforma».

E tuttavia ieri il tema di come superare la frammentazione, la miriade di liste civiche di sinistra senza un quadro nazionale, è stato al centro della discussione. «Manca un soggetto nazionale che riunisca le tante casematte», ha detto il neo consigliere comunale di Roma Alessandro Luparelli. «Il grande assente è un soggetto che stia dentro il campo progressista ma in grado di competere con il Pd».

E Anita Pirovano, presidente di municipio a Milano, aggiunge: «Mi manca l’ambizione di un percorso politico più generale, una soggettività, un contenitore. Non dico un partito con le tessere, ma dobbiamo avere questa tensione. Perché gli enti locali non fanno le leggi e noi dobbiamo affrontare anche temi più generali, fare un salto».

ANCHE AMEDEO CIACCHERI, presidente dell’VIII municipio di Roma e organizzatore dell’incontro con «Liberare Roma», pone il tema della debolezza dei partiti. «Paradossalmente se storie irregolari come le nostre sono venute in primo piano è stato anche per la fragilità dei partiti. Ma bisogna porsi il tema di come connettere le battaglie fuori con quelle dentro il palazzo». Clancy rincara: «Sono stanca di vedere la destra che alle elezioni si fa sempre trovare pronta, mentre noi non ci mettiamo d’accordo neppure su un simbolo comune tra le varie città».

PER ORA LA RICETTA COMUNE, oltre ai temi che vanno dal clima ai diritti sociali e civili, dall’abitare alla mobilità green, è la «credibilità delle persone». «Le urne hanno premiato persone credibili che vengono dalla militanza», dice la consigliera torinese Alice Ravinale.

Il bolognese Detjon Begaj ricorda gli interventi nelle case popolari durante il lockdown per portare strumenti elettronici ai bambini per seguire la scuola in Dad. «La crisi della rappresentanza tradizionale ha premiato percorsi come i nostri». E suggerisce: «Su ddl Zan e salario minimo siamo stati troppo timidi. Non dobbiamo fare le pulci ai provvedimenti, ma provare ad andare fino in fondo». Alessio Pascucci, sindaco di Cerveteri, ricorda precedenti esperienze di federazioni: «Quando era il momento di decidere tutti dicevano “condividiamo ideali e programmi”. Poi però emergevano rivalità e scontri del passato a complicare tutto».

La discussione per quasi due ore viaggia tra le lotte nelle città, le esperienze nelle istituzioni e le croniche difficoltà della sinistra a fare sintesi. Torna a più riprese l’idea di essere «orfani dell’appartenenza», e il ricordo della stagione del 2011, con i sindaci arancioni e il vittorioso referendum sull’acqua. Ci sono anche critiche al Pd: «A Torino c’è la tentazione di tornare al sistema di prima cancellando la stagione dei 5 stelle», dice Ravinale. «La nostra battaglia in maggioranza è sulle sfide climatiche, e su questo il sindaco Lo Russo sta accelerando».

ORA C’È L’OCCASIONE per ripartire. Eleonora De Majo, ex assessora alla Cultura nella giunta De Magistris, propone un secondo appuntamento a Napoli. «Così come avviene in altre città d’Europa, penso sia possibile tornare a parlare di una stagione municipalista anche in Italia», dice Ciaccheri. «Molto utile la volontà di costruire una piattaforma civica ed ecologista che valorizza il protagonismo di una nuova generazione di amministratori», gli fa eco Paolo Cento, già parlamentare, oggi esponente di Liberare Roma.

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