«Siamo qui per provare», il teatro nel suo farsi con l’ombra di Fellini
Venezia 79 Presentato alle Giornate degli autori il film di Greta De Lazzaris e Jacopo Quadri, indagine sul processo creativo della coppia artistica Deflorian/Tagliarini
Venezia 79 Presentato alle Giornate degli autori il film di Greta De Lazzaris e Jacopo Quadri, indagine sul processo creativo della coppia artistica Deflorian/Tagliarini
All’inizio c’è un matrimonio, nell’estate della pandemia Daria sposa Attilio, lei ha un vestito chiaro e tutti e due indossano una mascherina d’argento: sono commossi, felici, qualcuno le aveva detto che non si sarebbe mai sposata ma l’amico Antonio quando si era sposato col suo compagno le aveva lanciato il bouquet. E poi Daria è convinta che lei e Attilio si conoscono da sempre, sin da bambini anche se non lo sapevano. Alla festa gli amici ridono, si baciano – che gioia dopo tanti giorni di distanza. Daria e Attilio traslocano, una casa nuova – «a sessant’anni mi sono sposata e abbiamo comprato casa» dice lei. Antonio che abita sopra è triste, gli sembra strano che Daria con cui condivide da anni il lavoro artistico e le confidenze quotidiane non sarà più lì. Daria è Daria Deflorian, Antonio è Antonio Tagliarini, sono loro i protagonisti del film di Greta De Lazzaris e Jacopo Quadri, Siamo qui per provare, presentato negli Eventi speciali delle Giornate degli Autori.
CHE NON È un film sui due autori, registi, performer tra le realtà più vitali della scena internazionale contemporanea anche se i registi li accompagnano nelle prove del loro nuovo spettacolo fino al debutto: una lunga ricerca in cui tutto sembra mescolarsi, affetti, tensioni, allenamento del corpo, discussioni di contenuto e di metodo che piano piano diventano qualcos’altro: uno spazio in cui i protagonisti si fanno a loro volta personaggi (Deflorian e Tagliarini sono autori della sceneggiatura), in un gioco che li porta dentro e fuori dalla messinscena, al quale lo sguardo dei registi si accorda inventando a sua volta nuove direzioni.
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Deflorian/Tagliarini, indagine sul mestiere dell’attoreCosa racconta allora Siamo qui per provare? La preparazione che sta dietro a uno spettacolo, lo dichiara anche il titolo «rubato» alla frase di uno degli interpreti, e più ancora il gesto creativo che ne è l’origine in cui il testo, la scrittura, le parole si intrecciano al vissuto, e slanci, complicità, scontri e asprezze fluiscono tra le parole in scena, portano in sé quelle emozioni. Sul bordo tra ciò che è «rappresentazione» e ciò che invece quotidiano, le immagini partecipano a questo fare interrogandolo – e interrogando le proprie possibilità: si può filmare qualcosa che è prima del teatro, che ne è ispirazione? L’esperienza cioè di ciascuno, quello che non si dichiara sulla scena ma che si afferma con decisione in ciò che gli spettatori vedranno?
INCERTEZZE: se non riusciamo a farcela non andiamo in scena? L’estate avanza, e con essa la scadenza, la compagnia si confronta tra Rimini, con Sovrimpressioni – che debutterà anche a Parigi il 13 settembre al Festival d’Automne. E poi Toulouse, Roma; Daria e Antonio si specchiano in Masina e Mastroianni di Ginger e Fred, lei invidia lui di non avere l’ansia del debutto. Litigano, fanno pace, lei grida, lui si sente aggredito: è quanto accade sul palcoscenico? È quello di cui c’è bisogno per arrivarci? Nel gesto creativo scopriamo gli artisti nella loro invenzione e anche in quella che è la loro fragilità. Entrare in questo universo non era una scommessa semplice, De Lazzaris e Quadri l’affrontano a partire dalla relazione che costruiscono coi loro protagonisti/personaggi che gli permette una complicità reciproca di cui lo spettatore viene messo a parte. Scopriamo insieme a loro un universo poetico e un «fare teatro» mentre prende forma, tra gli intralci, i dubbi, le domande in cui gli artisti si mettono in gioco a ogni passaggio, dietro ogni parola, frase, gesto del loro essere in scena. È qualcosa di imprevisto e di sorprendente, un movimento di vita che il film coglie con delicatezza nella sua epifania.
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