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Nespolo (Anpi): «Sabato vestiamoci di rosso»

Nespolo (Anpi): «Sabato vestiamoci di rosso»Carla Nespolo

Magliette rosse Intervista a Carla Nespolo, presidente Anpi, tra i promotori dell’appello: «Spero proprio che sabato l’Italia brillerà di magliette rosse, un richiamo ai bambini vestiti di rosso per essere più visibili, un segnale di umanità che ci unisca»

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 5 luglio 2018

«Spero proprio che sabato 7 luglio saremo in tanti a indossare le magliette rosse, spero che brillino al sole a dimostrare che l’Italia è migliore dei suoi governanti». Carla Nespolo, presidente nazionale dell’Associazione partigiani italiani ne ha indossata una anche ieri con la scritta «l’Umanità al potere» e ha aderito convinta all’ appello lanciato da Libera e da Don Ciotti per una convocazione, al tempo stesso collettiva e individuale, contro il cinismo dilagante per una politica di accoglienza dei migranti, l’inverso della chiusura dei porti e della criminalizzazione delle ong che salvano i naufraghi lungo la rotta dalla Libia all’Italia, ma anche contro le politiche europee dei respingimenti, che erigono muri, esternalizzano le frontiere.

Cosa vuol dire: umanità al potere? è questo l’appello delle magliette rosse?

L’umanesimo, cioè il rispetto dell’umano, della vita, della pace, dei bambini, sono valori pre politici che appartengono agli esseri umani come esseri capaci di solidarietà. E il nostro è, appunto, un appello alla dimensione umana di ciascuno.

Se c’è bisogno di quest’appello vuol dire che questa umanità si è perduta o è in serio pericolo.

Sì, è così. Noi come Anpi abbiamo subito aderito all’iniziativa lanciata da Libera per romuoverla insieme perché sentiamo la necessità di rispondere ai troppi che parlano a vanvera di numeri sballati delle migrazioni e si dimenticano che stanno parlando di esseri umani, uomini, donne, bambini che fuggono da fame, guerre, violenze che sono frutto degli squilibri e delle ingiustizie prodotte nel mondo da noi paesi occidentali e capitalistici. Siamo noi, anche noi europei, che esportiamo a casa loro armi e guerre, deprediamo le loro risorse naturali, le loro materie prime, inquiniamo le loro terre e i loro mari. Bisogna tornare ad alzare la voce, sempre cercando di parlare con la gente che, oppressa dalle proprie difficoltà, non ricorda più cosa ha subito quando la generazione dei loro padri e dei loro nonni era costretta ad emigrare. Per dire che quest’Italia di buon cuore, morale, che rispetta le persone c’è ed è ancora forte.

Da dove nasce questo senso comune razzista e cattivista alimentato dai social?

Nasce, secondo la mia opinione, dalle diseguaglianze sociali e dall’incertezza economica, da un’Europa sempre più a misura della finanza e non dei popoli, queste condizioni sono ottimali per chi ha un progetto eversivo e vuole convincere il povero che il nemico è il più povero di lui e non il più ricco. è la logica del capitale contro la logica dei diritti sociali. E l’altro punto è che nella nostra società si sta perdendo la memoria storica, con due ore di storia nei licei, una formazione e informazione scarsa offerta alle giovani generazioni. Come Anpi il nostro obiettivo è sviluppare la memoria attiva ma abbiamo bisogno dell’unità delle persone di buona volontà. Perciò si devono mettere da parte le differenze tra le mille voci democratiche e antifasciste e mettere al centro i diritti umani. E ricordarsi che anche i partigiani all’inizio erano una minoranza ma poi sconfissero l’esercito più feroce e potente del mondo.

E ora siamo così minoranza?

Non credo, penso che siamo ancora maggioranza ma troppo dispersi e divisi.

Però una manifestazione come quella che promuovete con Arci, Ciotti e Legambiente per sabato è individuale, un segno dei tempi?

Sabato chiediamo un segnale. Ma nel frattempo anche le manifestazioni vere e proprie si stanno moltiplicando. Proprio il 7 noi dell’Anpi saremo ad esempio a manifestare ad Abbiate Grasso con la Cgil, Libera e altre associazioni contro la concessione di spazi pubblici per una festa d Libertà e Azione, una organizzazione dichiaratamente filofascista e addirittura filonazista, a difesa dei valori della Costituzione nata dalla Resistenza. E la settimana successiva sarò a Ventimiglia a manifestare contro il governo francese che impedisce il passaggio della frontiera ai migranti, insieme alla comunità di Don Gallo, ai sindacati, alla Chiesa. Per dire che la libertà di circolazione delle persone è un diritto, come quello di vivere in pace e in tranquillità e che è assurdo che l’Europa continui a dare soldi a chi erige muri e rifiuta l’accoglienza come Orban, e lo diciamo anche a Salvini.

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