Si allarga lo sciopero nei cieli di domenica e neanche il Garante può fermarlo
Cieli Senza Diritti Sconfessato il ministro Garavaglia: precettazione impossibile. Il 20 convocazione dal Mims per compagnie low cost e sindacati. L’Enav zittisce Altavilla. Filt Cgil e Uilt: ora Ryanair rispetti i minimi contrattuali
Cieli Senza Diritti Sconfessato il ministro Garavaglia: precettazione impossibile. Il 20 convocazione dal Mims per compagnie low cost e sindacati. L’Enav zittisce Altavilla. Filt Cgil e Uilt: ora Ryanair rispetti i minimi contrattuali
Si allarga lo sciopero nei cieli italiani di domenica e inizia a preoccupare tutte le compagnie aeree e il ministro leghista del turismo che chiede addirittura la precettazione.
Come anticipato dal manifesto il 3 luglio, i primi ad annunciare lo sciopero sono stati Filt Cgil e Uilt contro Ryanair. Si tratta della prima protesta piazzata di domenica proprio per mettere più in difficoltà la compagnia di Micheal O’Leary, già colpita dagli scioperi dell’8 giugno e – ancor di più – da quello europeo del 25 giugno. In più la Uilt sciopererà in Volotea e Usb in EasyJet.
Come accaduto già l’8 giugno però anche i controllori dell’Enav hanno deciso di utilizzare la stessa data per il loro secondo sciopero unitario contro la carenza di personale e la poca formazione: l’effetto combinato delle due proteste produrrà grossi problemi a tutte le compagnie tanto che è arrivato anche l’attacco dell’ad di Ita Alfredo Altavilla. Dopo mesi di forzato silenzio causa pacata reprimenda del suo azionista unico – il ministro Daniele Franco – l’ineffabile manager che ha portato il «modello Fca» in una società interamente pubblica ha deciso di definire «stupido» lo sciopero di domenica.
La risposta migliore gli è arrivata da un’altra azienda totalmente pubblica, quell’Enav che ha a capo la presidente Francesca Isgrò: «Lo sciopero è un diritto costituzionalmente garantito. È imprescindibile il rispetto per i lavoratori e le organizzazioni sindacali».
Difficile che ad Altavilla siano fischiate le orecchie. Si spera che sia successo a qualcuno al Mef, come autocritica per averlo non ancora cacciato.
La dichiarazione più raccapricciante però appartiene al ministro del Turismo, il leghista Massimo Garavaglia che ha addirittura scritto una lettera al Garante per gli scioperi Francesco Santoro Passarelli chiedendo la «precettazione» per cancellare lo sciopero che «rischia di bloccare il settore economico più dinamico che sta trainando in buona parte la crescita del paese» (sic).
Purtroppo per Garavaglia il buon Santoro Passarelli – che in questi anni si è distinto per interventi quanto meno al limite della normativa – non gli ha neanche risposto. Essendo in scadenza di mandato, ha avuto la decenza di astenersi lasciando al commissario Alessandro Bellavista l’ingrato compito di smentire il ministro: nessuna prescrizione è possibile perché i sindacati hanno rispettato scrupolosamente la stringente normativa (in Spagna assistenti e piloti hanno scioperato dieci giorni).
Lo sciopero infatti è già stato ridotto da 24 a sole quattro ore: dalle 14 alle 18. E sarà l’ultimo dell’estate perché la legge prevede una moratoria fino all’8 settembre. Pur di non irritare il ministro, il prode Bellavista si è lanciato in una richiesta di controllo verso i sindacati: «Considerata l’elevata concentrazione di astensioni proclamate per la giornata del 17 luglio è necessario che esse si svolgano esclusivamente nell’arco temporale previsto, in modo che il servizio possa essere prontamente ripreso a conclusione dello sciopero». Insomma, alle 18 e un minuto tutti dovranno tornare al lavoro. Con buona pace di Garavaglia.
La vera novità di questi giorni è però la convocazione del 20 luglio da parte del ministero delle Infrastrutture: dopo un primo incontro separato, il capo di gabinetto di Enrico Giovannini – Alberto Stancanelli – ha convocato assieme sindacati e imprese, compresa Aicalf, l’associazione che raccoglie le compagnie low cost a partire da Ryanair, EasyJet e Volotea. Nell’ordine del giorno della riunione compare anche la richiesta sindacale sul rispetto da parte di tutte le compagnie dell’articolo 203 del decreto Rilancio sull’applicazione dei minimi salariali previsti dal contratto nazionale del trasporto aereo. Una norma al momento totalmente disattesa da Ryanair che continua imperterrita addirittura a non riconoscere i permessi per la legge 104 e a decurtare lo stipendio a chi sciopera. «Ci auguriamo di avere al più presto risposte concrete – scrivono Filt Cgil e Uilt nel confermare lo sciopero – che assicurino alle lavoratrici e ai lavoratori condizioni di lavoro dignitose, così da poter evitare ulteriori disagi ai passeggeri in questo periodo estivo».
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