«Seules les bêtes», quei rapporti governati dall’ironia della sorte
Venezia 76 Intorno alla morte di una donna (Bruni Tedeschi) ruota il film di Dominik Moll presentato alle Giornate degli Autori
Venezia 76 Intorno alla morte di una donna (Bruni Tedeschi) ruota il film di Dominik Moll presentato alle Giornate degli Autori
Seules les bêtes di Dominik Moll, con cui si sono aperte le Giornate degli autori veneziane, è un thriller che lega tra loro i destini di cinque personaggi tra il sud della Francia e Abidijan. La storia ruota attorno alla scomparsa di una donna in una notte di tempesta tra le montagne del Causse e si dipana avanti e indietro nel tempo per ricostruire ciò che è successo quella notte, chi era quella donna, perché è morta e per mano di chi. Tratto dal romanzo omonimo di Colin Niel, la storia è narrata per capitoli, ciascuno dei quali si concentra su un diverso personaggio per mostrarci la vicenda attraverso un punto di vista che di volta in volta aggiunge tasselli a un’architettura reticolare di rapporti governati dall’ironia della sorte. Tra questi, Joseph interpretato da Damien Bonnard che ritrova in questo ruolo di montagnino un po’ selvatico una parte affine a quella che aveva in Rester vertical di Alain Guiraudie. Joseph scopre tra le nevi il corpo della donna morta, Marion, una Valeria Bruni Tedeschi cianotica per metà del film, moglie di un uomo d’affari sempre in viaggio che, assente il marito, non disdegna un’avventura saffica con una giovane cameriera.
NEL FILM tutti hanno relazioni illegittime o pericolose: Joseph, per esempio, si è lasciato sedurre dalla propria assistente sociale che però è sposata con Michel, un imprenditore agricolo consapevole ma impotente di fronte al tradimento. Per ripicca, tristezza o debolezza, questi cede alle lusinghe del rimorchio online. Inizia così a chattare con una giovane donna bionda di nome Amandine che con una scusa gli chiede un aiuto finanziario e per compensarlo della sua generosità gli invia foto sexy. L’uomo scoprirà, dopo diverse migliaia di euro donate, di essere caduto in una rete di cybercriminali africani che ha come punto di riferimento un santone malavitoso in cui si ritrova un po’ la caricatura dello spaventoso selvaggio, un po’ l’immagine di un raffinato intellettuale che per incitare uno dei protagonisti a trovare online uomini da derubare sembra citare Lacan: «l’amore è dare ciò che non si ha».
TUTTI sono legati alla scomparsa Marion da relazioni che non si possono svelare senza dire troppo della trama e dei suoi snodi talvolta così fitti di coincidenze da risultare forzati. Ciò nondimeno, non è la credibilità a tenere in piedi questo intrigo, ma il congegno narrativo ad incastri e colpi di scena sviluppato a partire da due idee principali: quella che il destino è più forte di ogni volontà individuale e quella che l’amore, come la fede, è basato sulla volontà di credere in qualcosa a tutti i costi. Così accade a Michel la cui necessità di ancorarsi a una speranza e di credere nella possibilità dell’amore al di là di ogni razionalità lo mette in pericolo. Perché anche se, «quando si ama davvero nulla di brutto ci può accadere», come dice a Marion una donna anziana, gli esseri umani si rendono vulnerabili quando sono preda di un amore cieco, quello che solo le bestie nutrono per il loro padrone.
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