Sempre più pazienti hanno urgente bisogno di trasfusioni di sangue, ma la popolazione è troppo denutrita per donarlo.
Questa è la situazione del Nasser Medical Complex, l’ultimo ospedale ancora funzionante del sud di Gaza, che dichiara di trovarsi costretto a giudicare non idonei la maggior parte dei volontari. Lo riporta per Al-Jazeera Hind Khoudary da Deir el-Balah, sottolineando che «le persone ci stanno provando ma sfortunatamente non sono in forma per poter aiutare altri palestinesi».

IL NASSER si trova a Khan Younis, dove tre giorni fa ha avuto luogo una spietata incursione israeliana, iniziata solo pochi minuti dopo l’annuncio dell’ordine di evacuazione in quelle che avrebbe dovuto essere una «safe zone». Gli uccisi sono almeno 120, i feriti oltre 250.

Dato l’elevato numero di vittime, l’ospedale ha fatto appello alla popolazione per donare il sangue. In un post su X, Medici Senza Frontiere (Msf) International riporta le parole di Ahmad Abu Warda, il manager dell’attività medica di Msf al Nasser, che definisce «catastrofica» la situazione: «Intere famiglie stanno entrando o morte o ferite».

Pascale Coissard, il coordinatore d’emergenza di Msf a Gaza, riferisce che «ogni flusso di pazienti feriti dopo attacchi e combattimenti prosciuga le scorte previste per i dipartimenti di maternità, medicina d’urgenza, ustioni e altro. I nostri team stanno cercando di soddisfare i loro bisogni ma con insufficienti attrezzature e risorse, nel caos, è molto difficile salvare vite».

MOHAMMED SAKR, il portavoce dell’ospedale Nasser, descrive la situazione ad Al-Jazeera come «fuori controllo». Non ci sono più letti dove mettere i pazienti, che vengono medicati sul pavimento. «Chiediamo a tutti i paesi di costringere Israele ad aprire i confini per trasferire i nostri pazienti che hanno bisogno di cure urgenti in paesi vicini».