È «l’ultima dichiarazione» che spetta agli imputati nell’aula di un tribunale, una parola libera in un Paese che non conosce più il pluralismo, il diritto al dissenso e all’opposizione. E che da dopo l’invasione dell’Ucraina, il 24 febbraio scorso, considera ogni voce critica alla stregua di un nemico. Da reprimere, neutralizzare, cancellare. I testi riuniti in Proteggi le mie parole in libreria da domani per e/o (a cura di Sergej Bondarenko e Giulia De Florio, prefazione di Marcello Flores, pp. 178, euro 16,50) raccontano la Russia di Putin attraverso venticinque testimonianze che, lungo gli ultimi cinque anni, tracciano l’orizzonte di...