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Manovra, sei milioni di euro per rifinanziare il lavoro dei detenuti ed ex detenuti

Manovra, sei milioni di euro per rifinanziare il lavoro dei detenuti ed ex detenutiRoma, detenuti puliscono l’area verde a piazza di Siena – LaPresse

Emendamento di Riccardo Magi in commissione Bilancio. Mentre a Rebibbia muore suicida un 30enne straniero con pochi mesi di pena. È l’81esimo

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 22 dicembre 2022

Nel giorno in cui si è costretti a registrare l’ottantunesimo detenuto suicida dall’inizio dell’anno – si è impiccato ieri nel carcere romano di Rebibbia un trentenne originario del Bangladesh che avrebbe estinto a luglio la pena di due anni subita per concorso in rapina – perfino la Lega manifesta indignazione. Qui «ci vuole un cambio di prospettiva», chiede (o annuncia, non si capisce bene) il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari: «Le carceri – riconosce – non possono essere considerati luoghi estranei alla nostra Comunità, stracolmi di detenuti, privi di un numero sufficiente di operatori e agenti di Polizia Penitenziaria. E chi sconta una pena detentiva deve essere condotto lungo un percorso di rieducazione, anche attraverso esperienze di lavoro». Ma alla Camera, in commissione Bilancio, l’onorevole Riccardo Magi (+Europa) ha dovuto tribolare un po’ prima di trasformare in favorevole il parere inizialmente contrario del governo e dei relatori della manovra finanziaria (la leghista Comaroli, Pella di Forza Italia e Trancassini di Fd’I) sull’emendamento che rifinanzia il fondo per il lavoro di detenuti ed ex detenuti.

Dall’anno prossimo 6 milioni di euro annui saranno «destinati al rifinanziamento della ’Legge Smuraglia’ che prevede incentivi fiscali e contributivi alle aziende che forniscono occasioni di lavoro e corsi formativi finalizzati all’assunzione di detenuti ed ex detenuti». Dopo l’invito al ritiro con il parere contrario di governo e relatori, l’emendamento Magi è stato accantonato e solo alle sei del mattino, quando il governo ha cambiato idea, i deputati della commissione Bilancio hanno finalmente approvato la norma che incrementa «l’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 6 comma 1 della legge 22 giugno 2000 numero 193». La legge in questione infatti favorisce «l’attività lavorativa di persone appartenenti alla categoria di svantaggiate, tra le quali sono compresi i detenuti e gli internati, gli ex detenuti e gli ex degenti di ospedali psichiatrici giudiziari, i condannati ammessi alle misure alternative alla detenzione e al lavoro esterno, i tossicodipendenti e i minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare».

Nello specifico, la legge applica una «riduzione delle aliquote contributive dovute dalle cooperative e/o dalle aziende pubbliche o private, relativamente alle retribuzioni corrisposte ai lavoratori di quelle categorie. Lo sgravio è stabilito nella misura dell’80% della contribuzione complessivamente dovuta», spiega Magi. Il lavoro dei detenuti può essere svolto sia all’interno che all’esterno degli stabilimenti penitenziari. Ma mentre «per le Cooperative sociali i benefici trovano applicazione a prescindere dal luogo nel quale le persone detenute o internate svolgono l’attività lavorativa, le aziende pubbliche e private sono ammesse alle agevolazioni limitatamente alle persone impegnate nelle attività lavorative che si svolgono all’interno degli istituti penitenziari».

Il finanziamento è coperto dal Fondo che la stessa legge di Bilancio in via di approvazione ha istituto all’articolo 152 comma 4, «nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze», con una «dotazione – si legge nel testo – di 300 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2023, per la copertura degli interventi di competenza dei Ministeri in coerenza con gli obiettivi indicati nella manovra di bilancio». Dotazione che si riduce così di 6 milioni annui.

«È un piccolo passo – sintetizza Magi, presidente di +Europa – che serve però a rafforzare nella sostanza la finalità rieducativa della pena prevista dalla nostra Costituzione. Un’ottima notizia alla quale deve seguire l’attività anche a livello territoriale volta a informare tutte le realtà produttive di questi vantaggi».

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