Manovra, sei milioni di euro per rifinanziare il lavoro dei detenuti ed ex detenuti
Emendamento di Riccardo Magi in commissione Bilancio. Mentre a Rebibbia muore suicida un 30enne straniero con pochi mesi di pena. È l’81esimo
Emendamento di Riccardo Magi in commissione Bilancio. Mentre a Rebibbia muore suicida un 30enne straniero con pochi mesi di pena. È l’81esimo
Nel giorno in cui si è costretti a registrare l’ottantunesimo detenuto suicida dall’inizio dell’anno – si è impiccato ieri nel carcere romano di Rebibbia un trentenne originario del Bangladesh che avrebbe estinto a luglio la pena di due anni subita per concorso in rapina – perfino la Lega manifesta indignazione. Qui «ci vuole un cambio di prospettiva», chiede (o annuncia, non si capisce bene) il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari: «Le carceri – riconosce – non possono essere considerati luoghi estranei alla nostra Comunità, stracolmi di detenuti, privi di un numero sufficiente di operatori e agenti di Polizia Penitenziaria. E chi sconta una pena detentiva deve essere condotto lungo un percorso di rieducazione, anche attraverso esperienze di lavoro». Ma alla Camera, in commissione Bilancio, l’onorevole Riccardo Magi (+Europa) ha dovuto tribolare un po’ prima di trasformare in favorevole il parere inizialmente contrario del governo e dei relatori della manovra finanziaria (la leghista Comaroli, Pella di Forza Italia e Trancassini di Fd’I) sull’emendamento che rifinanzia il fondo per il lavoro di detenuti ed ex detenuti.
Dall’anno prossimo 6 milioni di euro annui saranno «destinati al rifinanziamento della ’Legge Smuraglia’ che prevede incentivi fiscali e contributivi alle aziende che forniscono occasioni di lavoro e corsi formativi finalizzati all’assunzione di detenuti ed ex detenuti». Dopo l’invito al ritiro con il parere contrario di governo e relatori, l’emendamento Magi è stato accantonato e solo alle sei del mattino, quando il governo ha cambiato idea, i deputati della commissione Bilancio hanno finalmente approvato la norma che incrementa «l’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 6 comma 1 della legge 22 giugno 2000 numero 193». La legge in questione infatti favorisce «l’attività lavorativa di persone appartenenti alla categoria di svantaggiate, tra le quali sono compresi i detenuti e gli internati, gli ex detenuti e gli ex degenti di ospedali psichiatrici giudiziari, i condannati ammessi alle misure alternative alla detenzione e al lavoro esterno, i tossicodipendenti e i minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare».
Nello specifico, la legge applica una «riduzione delle aliquote contributive dovute dalle cooperative e/o dalle aziende pubbliche o private, relativamente alle retribuzioni corrisposte ai lavoratori di quelle categorie. Lo sgravio è stabilito nella misura dell’80% della contribuzione complessivamente dovuta», spiega Magi. Il lavoro dei detenuti può essere svolto sia all’interno che all’esterno degli stabilimenti penitenziari. Ma mentre «per le Cooperative sociali i benefici trovano applicazione a prescindere dal luogo nel quale le persone detenute o internate svolgono l’attività lavorativa, le aziende pubbliche e private sono ammesse alle agevolazioni limitatamente alle persone impegnate nelle attività lavorative che si svolgono all’interno degli istituti penitenziari».
Il finanziamento è coperto dal Fondo che la stessa legge di Bilancio in via di approvazione ha istituto all’articolo 152 comma 4, «nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze», con una «dotazione – si legge nel testo – di 300 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2023, per la copertura degli interventi di competenza dei Ministeri in coerenza con gli obiettivi indicati nella manovra di bilancio». Dotazione che si riduce così di 6 milioni annui.
«È un piccolo passo – sintetizza Magi, presidente di +Europa – che serve però a rafforzare nella sostanza la finalità rieducativa della pena prevista dalla nostra Costituzione. Un’ottima notizia alla quale deve seguire l’attività anche a livello territoriale volta a informare tutte le realtà produttive di questi vantaggi».
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