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Scotto (Art.1): «Verifica di governo o non ci prenderemo le colpe del Pd»

Scotto (Art.1): «Verifica di governo  o non ci prenderemo le colpe del Pd»Arturo Scotto – LaPresse

Intervista/Sinistre Il deputato: serve una verifica di governo, a maggior ragione all’indomani del 30 aprile quando Renzi avrà di nuovo preso pienamente il comando del partito e comincerà a sparare tutti i giorni

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 27 aprile 2017

«Ha ragione Pisapia, il Pd deve dire se privilegia il modello Macron oppure vuole ricostruire un campo, inclusivo, socialmente decifrabile. D’altra parte, sarà chiaro presto, la Francia si avvia a una stagione di larghissime intese: quando salta il paradigma destra-sinistra il trasformismo la fa da padrone».

Onorevole Arturo Scotto (Art.1, ndr), anche lei si unisce all’appello a Renzi?

Faccio professione di centrosinistra. Fin qui la risposta di Renzi è inequivocabile: il candidato premier è il segretario del Pd. Ma se è così la partita è già chiusa.

Allora fa una proposta a Renzi solo per farsi rispondere no?

No. Ma se Renzi non risponde dobbiamo lanciare un’offerta politica larga. Abbiamo il dovere di lanciare la costituente di un altro centrosinistra. E subito. Art. 1 nasce per questo: tenere aperta una prospettiva di governo che rompa con la stagione della terza via e si colleghi alle forze più innovative della sinistra in Europa, coinvolgendo forze civiche e ambientaliste, del volontariato laico e cattolico, del mondo del lavoro.

Propone un patto al Pd per il dopo senza entrare nel governo oggi?

Aspettiamo una risposta. Ma non parteciperemo alla socializzazione delle perdite dopo che il Pd ha portato la responsabilità principale della crescita bassa e della disoccupazione giovanile oltre il 40%. D’altro canto non ci iscriviamo al partito del voto anticipato.

Allora entrerete anche voi nella maggioranza alla vigilia di una manovra lacrime e sangue?

Serve una verifica di governo, a maggior ragione all’indomani del 30 aprile quando Renzi avrà di nuovo preso pienamente il comando del partito e comincerà a sparare sulla croce rossa tutti i giorni. Noi non siamo votati al martirio: o c’è una svolta che dia un segno sul terreno sociale o non ha più senso il governo del galleggiamento.

Di sicuro la parola «verifica» farà venire le bolle a Renzi.

A Gentiloni non credo. Significa un patto di fine legislatura che contempli tre cose: un piano straordinario per l’occupazione giovanile, l’abolizione del superticket sanitario e un forte intervento sulla povertà, un miliardo in più all’anno rispetto a quanto programmato. Se c’è, sarà possibile anche assumere responsabilità dirette.

Se non c’è il patto invece toglierete la fiducia al governo?

Siamo gente seria ma non siamo disponibili a stare a rimorchio di un montismo senza Monti.

E in quel caso la costituente per il nuovo centrosinistra la proporrete ai vostri ex di Sinistra italiana e del Prc, e a Possibile?

La domanda va fatta a chi per mesi ha detto che la parola centrosinistra era un tabù. Io continuo a pensarla allo stesso modo. La costituente è uno spazio aperto, non un cartello elettorale. A Milano il 20 e 21 maggio lanceremo un progetto di governo per l’Italia, non un cahier de doléances. Sarà un appuntamento fondativo per ripartire dalle fondamenta di un programma nuovo per l’Italia. Faremo un movimento aperto che il primo maggio inizierà la campagna di adesione, uno spazio libero per riportare tante persone alla militanza dopo gli anni di rifugio nel privato e nell’antipolitica.

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