Non si ferma la guerra sui migranti di Roma contro Berlino. Allo stupore della premier Giorgia Meloni per il finanziamento tedesco alle Ong impegnate in progetti umanitari in Italia – messo nero su bianco nella sua lettera al cancelliere Scholz di due giorni fa – in Germania rispondono con speculare sorpresa: «L’Italia sapeva tutto fin dallo scorso novembre» rivela il portavoce del governo Semaforo, Sebastian Fischer, mentre la ministra degli Esteri, Annalena Baerbock, comunica via radio “Deutschlandfunk” la sua netta contrarietà al blocco navale. «Per tutti, quindi anche per la Repubblica federale, il fondamento da rispettare è la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Si deve dare protezione alle persone che si trovano in difficoltà in mare, non le si può semplicemente respingere».

Giorgia Meloni
È ampiamente noto che la presenza in mare delle imbarcazioni delle ong ha un effetto diretto di moltiplicazione delle partenze di imbarcazioni
FINO A QUI il fronte tedesco, con i media locali davvero poco interessati alla sfida alimentata in Italia da Meloni ma soprattutto dal leader della Lega, Matteo Salvini, che ieri ha colto l’occasione dell’inaugurazione della quinta corsia della Milano-Laghi per rinnovare l’attacco frontale a Berlino. «I finanziamenti tedeschi delle Ong in Italia sono una vergogna, un oltraggio e un atto ostile. Conto che il governo Scholz smetta di supportare chi partecipa all’inaccettabile afflusso di irregolari nel nostro Paese» tuona il vicepremier in prima linea nella trincea in cui si è calata pure Forza Italia con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, deciso a bollare come «strano l’atteggiamento dei tedeschi: Vogliono forse che tutti i migranti arrivino in Italia?». Dopodomani lo chiederà di persona alla sua omologa nella capitale tedesca dove è atteso per il secondo bilaterale sui migranti dopo Parigi, dove ieri a incassato l’appoggio «fermo e risoluto» del governo francese «contro i trafficanti di esseri umani». «Siamo solidali con l’Italia di fronte alla questione dell’immigrazione», una questione che «richiede una risposta europea, una soluzione che passa dalla cooperazione europea rafforzata», ha detto la ministra degli Esteri francese Catherine Colonna nell’incontro al Quai d’Orsay.
Ministero degli Esteri tedesco
L’Italia era già stata informata. C’è voluto del tempo prima che venissero selezionate le varie Ong meritevoli di finanziamento

LA LINEA DIPLOMATICA ufficiale, in ogni caso, resta quella dettata da Meloni nella missiva spedita a Scholz resa pubblica ieri. «Caro Olaf, come sai in queste settimane il mio governo è impegnato in prima linea per fare fronte a una pressione migratoria eccezionale» esordisce la premier prima di chiedere al cancelliere della Spd di prendersi in carico lui i migranti sbarcati: «Apprendo con stupore che il tuo governo, in modo non coordinato con il mio, avrebbe deciso di sostenere con fondi rilevanti le Ong dedite all’accoglienza di migranti irregolari sul territorio italiano e ai salvataggi in mare. Entrambe le possibilità suscitano interrogativi, e anzitutto sull’oneroso capitolo dell’assistenza a terra è lecito domandarsi se non meriti di essere facilitata in particolare in Germania piuttosto che in Italia».

NON ESATTAMENTE una richiesta ben accetta a Berlino alla luce dell’imminente giro di vite sui controlli al confine di casa con Polonia e Repubblica Ceca confermato ieri dalla ministra dell’Interno Nancy Faeser (Spd) ben più concentrata sulle ultime battute della campagna elettorale per diventare governatrice dell’Assia che sulla ricerca della «comune soluzione europea» comunque da lei ribadita.

E Der Spiegel ricorda come «Lampedusa non è l’unico problema della Germania. I flussi illegali si concentrano alla frontiera orientale ma le immagini dei centri di accoglienza sovraffollati sull’isola funzionano perché distraggono lo sguardo dei nostri politici sul Mediterraneo».

SEGUE LA RELATIVA statistica dell’Ufficio migranti (Bamf): nei primi otto mesi dell’anno in Germania sono state presentate circa 200mila domande di asilo ma solo 25mila provenivano dall’Africa, una cifra due volte e mezzo inferiore alle richieste dei migranti turchi, mentre in testa alla lista degli arrivi africani c’è la Somalia con 3.539 richiedenti che però è soltanto ottava nella classifica generale. In pratica nessun Stato africano supera le duemila domande.

Non a caso il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, non si attacca alla quantità ma alla qualità dell’immigrazione tedesca, nonostante l’assist dei conservatori tedeschi partito dal leader della Cdu, Markus Söder pronto a rispolverare il tetto massimo nazionale di 200mila migranti all’anno proposto ai tempi di Merkel. «Uso un termine forte: La Germania ha fatto selezione all’ingresso. Se andiamo a vedere chi ha accolto, ne scopriamo delle belle» accusa Lollobrigida in riferimento alle alte qualifiche professionali ricercate dai tedeschi.

Anche per questo il governo Scholz non pare avere eccessiva fretta nella costruzione dell’«iniziativa Ue con i paesi di transito della sponda Sud del Mediterraneo che peraltro necessiterebbe di risorse inferiori rispetto a quella con la Turchia» ricordata nella lettera da Meloni che sarà ben «lieta di discuterne di persona al vertice Cpe e al Consiglio europeo di Granada il 5 e 6 ottobre».