Era passata un’ora dall’annuncio della vittoria di Elly Schein, quando Giuseppe Conte ha spedito il suo messaggio alla nuova segretaria del Pd. Il leader del M5S ha tra l’altro sottolineato che «gli elettori Pd hanno chiesto un cambiamento rispetto a chi ha barattato le misure del Conte II su lavoro, ambiente, povertà, sostegno a imprese e ceto medio con la vuota agenda Draghi. Su questi temi noi abbiamo da tempo progetti chiari». Subito dopo Francesco Boccia, che ha svolto la funzione di coordinatore della mozione di Schlein annunciava che la sua affermazione «avrà la forza di consentire al Pd di fare il salto di qualità unendo la sinistra. La rottura dell’alleanza con i 5 Stelle ci ha fatto perdere le elezioni».

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Se si considera che Boccia non ha mai smesso l’interlocuzione personale con Conte si sarebbe indotti a pensare che la restaurazione dell’alleanza gialloverde è cosa fatta. I vertici di M5S e Pd sanno che la prima vera prova elettorale del nuovo scenario sarà quella delle europee dell’anno prossimo. «In quel caso ognuno corre per sé– è la voce che arriva dal quartiere generale di Conte di via Campo Marzio – E se noi approfondiremo il nostro profilo ecologista, ci troveremo un Pd che si annuncia impegnato sul tema della giustizia ambientale». In effetti, Schlein fin da subito ha posto l’emergenza climatica tra le sue priorità, il che rafforza l’idea che i due partiti rischiano di sovrapporsi e quindi farsi maggiore concorrenza».

Questo scenario non genera ancora tensione, ma inizia a vedersi in controluce. Così, quando la sorprendente tenuta di Schlein nelle città del sud fa pensare a un soccorso grillino alle urne delle primarie, le smentite sarebbero di circostanza ma appaiono un po’ piccate. «Il M5S è una realtà talmente consolidata, dall’identità forte e chiarezza di programma, che tanti partiti nel tempo si sono accodati, il nostro è un percorso autonomo e non viviamo della luce riflessa di un segretario del Pd piuttosto che di un altro», dice ad esempio il capogruppo alla Camera Francesco Silvestri.

C’è invece da registrare il messaggio di auguri a Schlein dell’ex sindaca di Roma Virginia Raggi, una che dentro al M5S non gode affatto della fama di simpatizzante per il Pd. «Essere una donna alla guida di una realtà politica presenta molte sfide, soprattutto quando si vince contro le aspettative di certe strutture consolidate – dice Raggi – La nuova segretaria del Pd può e deve portare una rinascita all’interno del suo partito: è il momento di passare dalle parole ai fatti sul lavoro, l’ambiente, la pace e i diritti». «La richiesta imperiosa degli elettori è chiara e netta – manda a dire Loredana De Petris di Coordinamento 2050 – Un Pd diverso, davvero impegnato per la giustizia sociale e la transizione ecologica, per i diritti civili e per la pace, per una soluzione diplomatica della guerra in Ucraina. Mi auguro che Elly abbia la forza per raccogliere e portare avanti questa richiesta, senza farsi condizionare dalla resistenza delle forze conservatrici del suo partito. Se sarà così il Pd darà un contributo essenziale alla formazione di un fronte progressista in grado di contendere alla destra la guida del paese».