Elly Schlein sceglie Ventotene per lanciare la lunga marcia verso le europee del 2024, dove si giocherà la leadership del Pd. La segreteria quasi al completo sbarca sull’isola pontina, dove Altiero Spinelli al confino immaginò l’Europa unita, verso le 11 del mattino.

Al porto trova cori di sostegno da parte di turisti e isolani. «Stiamo vedendo vacillare e crollare l’internazionale dei nazionalisti», spiega citando le recenti contorsioni tra il governo italiano e quelli alleati di Ungheria e Polonia, sull’immigrazione e non solo. «L’Europa che ha in mente Meloni non è quella dei popoli ma quella dei veti nazionali, come quelli dei suoi amici e alleati ungheresi e polacchi, che si oppongono e negano la solidarietà europea sull’accoglienza, a danno dell’Italia. E anziché battersi Meloni dà ragione a loro. Questo è il grande paradosso del nazionalismo», attacca la leader Pd.

«I nazionalisti usano la stessa retorica di odio, di muri, di intolleranza. A loro non interessa trovare soluzioni ai problemi dei cittadini italiani ed europei. A loro interessa trovare un capro espiatorio al giorno, un nemico al giorno, ma le politiche stanno a zero. Siamo qui per svelare le loro bugie».

Prima tappa alla tomba di Altiero Spinelli, dove Schlein ha deposto un mazzo di fiori avvolto in un nastro tricolore e si è concessa una citazione dello stesso Spinelli: «La via da percorrere non è facile né sicura ma deve essere percorsa e lo sarà». Poi la riunione della segreteria e l’inaugurazione di un circolo Pd intitolato a Ursula Hirschmann, che fu combattente contro nazismo e fascismo, tra le ispiratrici del manifesto di Ventotene e moglie di Spinelli.

«Oggi non abbiamo ancora l’Europa solidale che raccontava quel manifesto, ma il Pd vuole continuare a lavorare in questa direzione, perché è l’unica che può unire i popoli e promettere un futuro migliore alle nuove generazioni». Un’Europa «più politica», dice Schlein, « il contrario di quella che vogliono i nazionalisti». «È tempo, per la mia generazione e per quelle successive, di non rinunciare a una prospettiva europea, perché non c’è una sola sfida su cui si gioca il futuro dell’Europa su cui siano sufficienti gli Stati nazionali».

La riunione della segreteria dura un paio d’ore. Molti interventi si concentrano sulla necessità di non limitarsi a un generico europeismo, ma sulla necessità di una svolta sui fronti del lavoro, del clima e delle diseguaglianze. Per irrobustire quella svolta sociale post austerità che «è emersa con la pandemia». A margine Schlein riflette sullo scontro tra Lega e Forza Italia: «Se il Ppe se cede ai nazionalisti rinuncia alla sua stessa esistenza».

Quanto al governo, la segretaria pronostica la fine della luna di miele per Meloni: «È dura che duri. Tra poco i nodi verranno al pettine, si vedranno presto gli effetti più nefasti dei decreti su lavoro e migranti». Quanto al Pd, «ora ha un gruppo dirigente riconoscibile». E se al ritorno il mare è un po’ agitato, lei sorride: «Sono abituata alle navigazioni difficili…».

La polemica con il governatore campano De Luca non sembra preoccuparla troppo. E arriva la conferma dell’appuntamento del 14 e 15 luglio a Napoli, nei quartieri spagnoli, contro l’autonomia differenziata, che era stato in forse per il no di De Luca e il rischio flop. Il 15 chiuderà proprio Schlein.