Giorgia Meloni l’ha appena accusata di utilizzare, insieme all’opposizione, «toni irresponsabili, da guerra civile». Elly Schlein, all’indomani del buon risultato dei ballottaggi delle comunali, risponde quasi sprezzante: «Non so che film stia vedendo. Ognuno fa l’analisi della sconfitta con gli strumenti che ha». La segretaria dem sottolinea il dato dei capoluoghi di regione definendolo «un 6 a 0 quasi tennistico». Poi, sfidando ogni prudenza scaramantica, pronostica: «Le città hanno bocciato la destra, Meloni stiamo arrivando. Abituiamoci a fare l’analisi della vittoria, perché continueremo a battere le destre».

A questo punto, è il ragionamento, il Pd «è il perno indiscusso alla costruzione dell’alternativa». Schlein sembra accogliere il suggerimento di Goffredo Bettini, che le aveva mandato a dire che se davvero il Pd avesse doppiato il M5S, avrebbe dovuto dare prova di generosità senza bullizzare il contendente-alleato: «Le altre forze sono per noi interlocutori importanti, lo è il M5S, nelle reciproche differenze. Le differenze ci sono ma mettiamole a valore». Quando le chiedono se ha parlato con Meloni ribadisce: «No, ho sentito Conte. Io sento sempre tutti». Lo spirito è quello, ecumenico, della manifestazione di una settimana fa delle opposizioni e i comitati contro le riforme a piazza Santi Apostoli: « Siamo riusciti a fare una manifestazione per la prima volta tutti insieme e da quella piazza della settimana scorsa è arrivato il grido ‘Unità’ – ricostruisce -Il risultato dei ballottaggi è il segnale che dobbiamo continuare nella costruzione dell’alternativa al governo delle destre».

L’abbraccio «forte di sorellanza» che manda a Vittoria Ferdinandi, eletta sindaca a Perugia è dovuto anche al fatto che «ci regala speranza per le regionali in Umbria». Qui si apre la partita delle regionali. Alla presidenza dovrebbe correre la sindaca di Assisi Stefania Proietti. C’è poi l’Emilia Romagna. Al Nazareno circolano tre nomi: il sindaco di Ravenna Michele De Pascale, l’assessore allo sviluppo della giunta Bonaccini Vincenzo Colla e Isabella Conti, ex renziana già sindaca di San Lazzaro rientrata nel Pd. Oggi Meloni riferirà in aula a Montecitorio prima del Consiglio d’Europa. Davanti a lei parleranno sia Schlein che Conte.

Nell’agenda della segretaria c’è anche, per la prossima settimana, la presentazione della proposta di legge per superare la Bossi-Fini. Ci tiene a presentarla come ulteriore tassello della strategia per chiudere con gli errori del passato. «È il frutto di un lungo lavoro di ascolto avviato durante una iniziativa fatta al Nazareno – spiega – mi ero appena insediata ed è stato il segno di una ricucitura e di una frattura profonda fra politica e mondo dell’accoglienza». Commentando l’accordo sugli incarichi nel gruppo dei Socialisti e democratici in Ue, partita che sta gestendo in prima persona, Schlein ha indicato le priorità: «La strada degli investimenti comuni europei deve proseguire per affrontare le sfide che l’Unione ha davanti a sé. Il Next generation Eu non si può chiudere su spinta delle destre. Al contrario di quello che sta avvenendo con il governo italiano che vuole lasciare indietro le regioni deboli con l’autonomia, serve solidarietà europea fra i paesi membri. E il Green deal deve mantenere la sua ambizione e avere un cuore rosso».