Elly Schlein rompe gli indugi. Ieri ha annunciato sui social un appuntamento per domenica mattina a Roma, al Monk, un locale in passato teatro di eventi della Cgil.

«Abbiamo bisogno di vederci con le tante persone con cui ci siamo scritti e sentiti in queste settimane dentro il Pd così come fuori», spiega. «Abbiamo bisogno di confrontarci attorno a quella visione di futuro fatta di proposte concrete che vogliamo portare come nostro contributo a questo percorso, bisogno di organizzarci e di costruire insieme una nuova strada che parta da noi, da voi, e che attraversi il Paese per cambiarlo», il messaggio di Schlein. «Ci vediamo domenica, sarà una bella cosa», ha risposto ai cronisti che le chiedevano se intenda annunciare la sua candidatura alla guida del Pd.

L’evento di Schlein durerà al massimo un paio d’ore. Ci saranno personalità del Pd e non, l’intervento finale della neodeputata sarà il cuore della mattinata. La scelta è caduta su una domenica, esattamente due settimane dopo la candidatura di Stefano Bonaccini, il 20 novembre a Campogalliano, Modena. Schlein, che pure è bolognese dai tempi dell’università (nata a Lugano) ha invece optato per la Capitale, dove già a marzo aveva organizzato una convention a cui avevano partecipato Enrico Letta e Giuseppe Conte.

Per ora, l’ex vicepresidente dell’Emilia-Romagna balla da sola: una scelta in parte voluta da chi gioca molto sulla novità e sull’estraneità ai logori meccanismi del Pd; in parte subìta, perché la sinistra dem (quella a lei più vicina) continua a non credere in questa candidatura.

Mentre il possibile sostegno dell’area Franceschini (che pure è divisa al suo interno) non piace alla stessa Schlein. E tuttavia nel primo tempo del congresso, quello che si giocherà tra gli iscritti (per scegliere i due da mandare alle primarie) il sostegno dei big del Pd è indispensabile.

Importante sarà vedere chi della sinistra parteciperà domenica all’evento di Schlein. Brando Benifei, capodelegazione in Europa e considerato non lontano dalla sensibilità della deputata (che lo ha citato nel discorso in cui ha aderito al congresso) non ci sarà per un impegno già in agenda e avverte: «Ora concentriamoci sull’identità prima che sui nomi».

Nelle ultime ore nella sinistra interna sta maturando la candidatura di Matteo Ricci, il sindaco di Pesaro di cui si parla da settimane anche se non è ancora sceso in campo ufficialmente. Lunedì Goffredo Bettini lo ha elogiato durante la presentazione nelle Marche del suo ultimo libro: «Delle piattaforme presentate finora quella di Ricci è quella che sento più vicina».

Anche Andrea Orlando lunedì ha mandato un segnale: «Apprezzo il suo approccio perché ha provato a caratterizzarsi partendo dai problemi del Paese e non in una dinamica prettamente interna». «Naturalmente siamo ai primi passi», precisa Orlando, come a dire che a sinistra nessuna decisione è stata ancora presa. Anche l’ex segretario Zingaretti è considerato in avvicinamento a Ricci.

Ieri Bettini è tornato sul tema parlando con Open: «Allo stato attuale le idee proposte da Ricci mi sembrano le più convincenti. Ma non mi pare affatto che Orlando si sia sfilato. Continuo a pensare che sarebbe il candidato più autorevole». Da vedere come si posizioneranno i governatori del sud, a partire da Michele Emiliano che lunedì ha partecipato alla presentazione con Bettini e Ricci.

Sul fronte opposto Bonaccini continua a mandare segnali di dialogo a Dario Nardella, che alla fine potrebbe decidere di sostenere il governatore emiliano. Tra i due è previsto un incontro nei prossimi giorni.