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Scarcerato uno dei killer di Politkovskaja per il suo servizio in Ucraina

Anna Politkovskaja, foto ApAnna Politkovskaja – Ap

Il limite ignoto «Troppa burocrazia»: a Kiev non arrivano le munizioni dell'Unione europea

Pubblicato 11 mesi faEdizione del 15 novembre 2023

L’Unione europea non riuscirà a fornire il milione di munizioni promesse all’Ucraina. Non per «mancanza di volontà politica», come ha sottolineato il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ma per le difficoltà dell’industria bellica continentale e per «molti fattori non sincronizzati, molta burocrazia». Contemporaneamente, il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak, ha tenuto un incontro a Washington con i consiglieri dei leader di Stati uniti, Regno unito, Germania e Francia.

È IL MOMENTO di serrare i ranghi per i funzionari di Zelensky, di ricordare agli alleati occidentali le promesse dei mesi passati e di dimostrare alla Russia che fronte contro Putin è ancora saldo. «L’Ue sta lavorando per eliminare i problemi che ostacolano le forniture» ha dichiarato Kuleba, «ed è per questo che, a Berlino, ho invitato i paesi membri a sviluppare una politica globale nel campo delle industrie della difesa». Un obiettivo ambizioso, sul quale diversi politici europei di primo piano si sono arenati in passato e che al momento appare quanto mai distante. «Il settore della difesa europeo lavora a pieno ritmo e il 40% della produzione va all’estero, quindi forse ora bisogna ridirezionare la produzione verso la priorità, che è l’Ucraina» ha poi spiegato l’Alto rappresentante per la politica estera europea Josep Borrell. Quest’ultimo ha aggiunto che ogni fornitura è stabilita su parametri «attuali» e di conseguenza, passibile di modifica. Proprio come il famoso milione di munizioni da consegnare teoricamente entro l’anno prossimo. Cifra «naturalmente simbolica», secondo il ministro della Difesa lettone, Andris Spruds. «L’aspirazione e l’ambizione sono importanti: la tempistica dipende dai passi che verranno fatti» ha dichiarato Spruds a margine del Consiglio europeo sulla Difesa. Più categorico il titolare della Difesa di Berlino, Boris Pistorius: «I soldi ci sono, ma deve esserci anche la produzione».

L’ALTRO FRONTE, il «tavolo che conta», era oltreoceano. Yermak ha sostenuto di fronte ai delegati presenti che «l’esercito ucraino ha già riconquistato circa il 50% dei territori precedentemente occupati, ma oggi il numero di truppe russe in Ucraina è 3 volte maggiore rispetto all’inizio delle ostilità, quindi c’è bisogno che il sostegno internazionale prosegua». Allo stesso modo Kiev ha chiesto garanzie di sicurezza per il corridoio del grano nel Mar Nero. I consiglieri dei leader occidentali hanno assicurato che i loro Paesi «sosterranno l’Ucraina per tutto il tempo necessario per raggiungere la pace giusta».

In Russia, il presidente Putin ha approvato ieri le modifiche alla legge che regola le elezioni presidenziali ponendo nuove restrizioni alla copertura mediatica. Solo i giornalisti «con contratto» potranno presenziare alle operazioni di voto. La notizia è stata diffusa dalle agenzie lo stesso giorno che si è appreso della liberazione di Sergey Khadzhikurbanov, uno dei killer della giornalista di Novaya Gazeta, Anna Politkovskaja. Khadzhikurbanov è stato graziato dalla giustizia russa in seguito al servizio svolto al fronte in Ucraina.

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