Europa

Sbarcano a Malta i migranti dell’Alan Kurdi. Ma ora c’è il caso Ocean Viking

Mediterraneo Alla fine la situazione si è sbloccata e i cinque migranti che ancora si trovavano sulla nave Alan Kurdi ieri sono potuti scendere a terra, ma ci sono voluti dieci […]

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 11 settembre 2019

Alla fine la situazione si è sbloccata e i cinque migranti che ancora si trovavano sulla nave Alan Kurdi ieri sono potuti scendere a terra, ma ci sono voluti dieci giorni e soprattutto la denuncia presentata dalla ong tedesca Sea Eye contro Malta per non essersi assunta la responsabilità di accogliere i naufraghi salvati nella area Sar di sua competenza. Denuncia ritirata ieri come «prezzo» pagato perché le autorità della Valletta acconsentissero allo sbarco. «Un ricatto», commentava ieri sera Sea Eye pur non nascondendo la soddisfazione per la conclusione della vicenda «arrivata – ha spiegato la ong in una nota – troppo tardi e a un prezzo troppo alto».

I migranti verranno accolti in due Paesi europei, non meglio specificati per volontà di Malta, grazie al coordinamento svolto ancora una volta dalla Commissione europea. Resta il rammarico anche per il silenzio con cui il nuovo governo giallorosso ha risposto all’ennesima richiesta di aiuto da parte della ong che lunedì sera aveva chiesto l’indicazione di un porto sicuro. «L’Alan Kurdi non è autorizzata a entrare nelle acque italiane, è la risposta ricevuta dal Centro di coordinamento dei soccorsi italiano», ha spiegato Sea Eye. «Siamo delusi dal nuovo governo che mantiene rigida la linea dei porti chiusi di Salvini e non ha offerto alcun aiuto».

Trovata a fatica una soluzione per l’Alan Kurdi, a chiedere un porto verso il quale dirigersi adesso è la nave Ocean Viking delle ong Sos Mediterranée e Medici senza frontiere. Ai 50 migranti soccorsi nei giorni scorsi ieri se ne sono aggiunti altri 34 tratti in salvo da una barca a vela in difficoltà. Al momento quindi a bordo si trovano 84 persone, tra le quali 18 minori e sette donne, (due incinta). La maggior parte dei migranti proviene da Nigeria, Senegal e Guinea. «Le autorità libiche ci hanno offerto un porto ma la Libia non è un posto sicuro dove portare le persone soccorse. Abbiamo chiesto un’alternativa», ha comunicato ieri Msf.

Alternativa che potrebbe finalmente arrivare dall’Italia se la nave, che batte bandiera norvegese, dovesse affacciarsi alle acque territoriali del nostro paese. Il ministero dell’Interno Lamorgese non sembra infatti intenzionata a ripercorrere le orme del suo predecessore Matteo Salvini inaugurando una nuova guerra contro le ong e soprattutto contro uomini, donne e bambini già allo stremo.E la stessa cosa dovrebbero i suoi colleghi alla Difesa Guerini e alle Infrastrutture De Micheli. Dopo il voto di ieri al Senato il governo è diventato operativo e potrebbe finalmente dare quel segno di discontinuità atteso. Oggi il premier conte sarà a Bruxelles per incontrare la neo presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e probabilmente vedrà anche Juncker. Se non è stato già fatto, potrebbe essere l’occasione per chiedere alla Ue di attivarsi per una futura distribuzione di quanti si trovano sulla Ocean Viking.

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