Sardinia, manifestazione itinerante di eventi
Festival Tra Villanova Monteleone, Bosa, Stintino e Sassari, un mondo di corti
Festival Tra Villanova Monteleone, Bosa, Stintino e Sassari, un mondo di corti
È difficile nell’overdose dei festival italiani di cinema grandi, medi e piccoli ritagliarsi uno spazio che non debba fare i conti con il generalismo delle manifestazioni a concorso o con le rassegne che hanno un’identità tematica, un percorso che giustifichi trasferte di cinefili e appassionati e renda plausibili le scelte programmatiche. È quello che sta cercando di fare il Sardinia Film Festival – Un mondo di corti che esiste da dodici anni per iniziativa di un gruppo di operatori culturali dello storico Cineclub di Sassari della FICC ma per la XIII edizione (iniziata il 28 giugno per concludersi ieri) ha cambiato impostazione temporale per rendere più compatto l’itinerario geoculturale. Fino allo scorso anno infatti il programma del Festival che è dedicato al cortometraggio ma prevede anche una corposa sezione di documentari, si snodava in cinque località sarde ed era spalmato in un arco di quattro mesi. Da quest’anno i luoghi restano gli stessi ma tutto è concentrato in 15 giorni. E dopo l’apertura a Villanova Monteleone, la cittadina del nord della Sardegna, con proiezioni di documentari italiani in concorso con una madrina d’eccezione come Cecilia Mangini, la rassegna si è spostata ad Alghero, Bosa, Stintino e Sassari dove sono stati consegnati i premi nel corso della serata conclusiva. Un centinaio i corti selezionati sui 1600 pervenuti in prevalenza d’animazione da tutti paesi (solo un paio gli italiani), tre giurie, un focus sul cinema russo con le masterclass di Artur Aristakisyan presentato da Antonio Marino, il grande animatore Aleksandr Petrov intervistato da Eugenia Gaglianone e Andrej Končalovskij protagonista di un evento speciale con Premio alla Carriera presentato da Silvana Silvestri, altre due materclass con il grande montatore Roberto Perpignani e con Mauro Carraro sull’animazione. Non sono mancati momenti di approfondimenti tematici come i due convegni su “Cinema e Territorio. Il cinema come industria sostenibile” e “Accessibilità culturale e inclusione sociale”. In realtà ciò che fa del Sardinia Film Festival – che ha il sostegno del Ministero, della Regione Sardegna e delle amministrazioni delle località coinvolte – un appuntamento cinematografico che si differenzia da tante altre manifestazioni medie è proprio il radicamento in una parte della Sardegna che non è quella più conosciuta per motivi mediatici, di turismo d’élite, di presenze di vip, il lavoro di anni sulla promozione del territorio attraverso il cinema sul quale hanno puntato il Presidente Angelo Tantaro e il Direttore Artistico Carlo Dessì. Insomma il cosiddetto “cineturismo”, espressione (ab)usata spesso come slogan autopromozionale dalle Film Commission, una volta tanto sta trovando un’applicazione concreta e lungimirante. Come anche l’impegno sul tema dell’accessibilità culturale grazie a tecnologie e sistemi di adattamento ambientale che consentono a persone ipovedenti, ipoudenti e autistiche la visione dei film nelle sale. Per questo il festival ha stretto un partenariato con il progetto nazionale Cinemanchìo.
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