Sardegna, Soru sfida Todde e allarga lo strappo
Elezioni regionali L’ex governatore: «Confrontiamoci in pubblico». La candidata del Movimento 5 stelle: «No a prove muscolari»
Elezioni regionali L’ex governatore: «Confrontiamoci in pubblico». La candidata del Movimento 5 stelle: «No a prove muscolari»
Campo largo sempre più in crisi in Sardegna. Martedì Alessandra Todde è andata in tv da Giovanni Floris e ha detto che non se ne parla proprio di primarie per scegliere il candidato presidente alle regionali del febbraio 2024 in Sardegna. Un nome, ha spiegato, il centrosinistra lo ha già trovato ed è il suo. L’investitura, avvenuta al tavolo della coalizione guidata da Pd e M5S, è più che legittima e non esiste alcun motivo per tornare indietro.
Ieri sono arrivati gli effetti delle parole di Todde. A mezzogiorno era fissato un incontro tra la parlamentare pentastellata e Renato Soru, che chiede le primarie, senza le quali, avverte, manterrà ferma la sua candidatura alla guida del campo largo (candidatura annunciata nelle scorse settimane insieme con le dimissioni dal Pd). L’incontro era stato sollecitato da Todde per tentare di ricucire lo strappo. Dopo aver visto e sentito la vicesegretaria dei 5 Stelle su La 7, Soru ha deciso non di annullare l’incontro, ma di riconvocarlo con modalità differenti. Il tête-à-tête si sarebbe dovuto tenere a casa di Soru in forma privata, lo stesso Soru invece ha telefonato a Todde e le ha proposto di vedersi pubblicamente in una saletta dell’hotel Regina Margherita a Cagliari, sui social in diretta streaming e in presenza dei giornalisti di tutti gli organi di informazione regionali appositamente convocati.
Todde ha risposto che non ci stava. Ma Soru non si è fermato. Alle 12 in punto, l’ex presidente della Regione Sardegna si è presentato al Regina Margherita. Accanto alla sua sedia, quella lasciata vuota da Todde. Soru ha picchiato duro. Ha accusato Todde e i dirigenti sardi di Pd e M5S di avere spaccato, non accettando la consultazione della base degli elettori, sia il campo largo sia il Pd. E ha detto che se non saranno convocate le primarie correrà come candidato di una coalizione di centrosinistra e civica in competizione con l’alleanza Pd-5S.
«Gli incontri pubblici – gli ha replicato la pentastellata – si fanno con gli avversari politici e io non considero Soru un avversario politico. Ho deciso di non andare all’incontro perché credo che le prove muscolari e le corride non siano utili per la Sardegna. È il momento, vorrei ricordare a Soru, del noi, non dell’io». Lo strappo all’interno del campo largo si allarga e non sembra per ora ricucibile.
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