Sardegna, il latte versato rischia di finire nell’urna
Elezioni I pastori sardi minacciano di bloccare i seggi elettorali, che domenica 24 febbraio si apriranno in tutta l’isola
Elezioni I pastori sardi minacciano di bloccare i seggi elettorali, che domenica 24 febbraio si apriranno in tutta l’isola
Per dare peso alla loro protesta i pastori sardi minacciano di bloccare i seggi elettorali, che domenica 24 febbraio si apriranno in tutta l’isola per le elezioni regionali. La rivolta degli allevatori contro gli industriali caseari rischia di pesare come un macigno sulla campagna elettorale, con tutti i rischi di strumentalizzazione della protesta dei pastori che la competizione per la guida dell’isola può generare.
A pochi giorni dal voto, la situazione è aperta. Si delinea, infatti un testa a testa tra il candidato del centrodestra Cristian Solinas e il leader della coalizione di centrosinistra Massimo Zedda. Un sondaggio dell’istituto Swg, pubblicato dal quotidiano La Nuova Sardegna il 29 gennaio, dà Solinas al 33-37% contro il 29-33% di Zedda.
Lo scarto non è grande e, soprattutto, Zedda appare in netto recupero rispetto alle stime iniziali: lo scorso 26 novembre un sondaggio di Euromedia dava il centrodestra al 43,7% e il centrosinistra al 29,3%. Indietro invece, secondo i sondaggi, M5S, che Swg accredita di un 22-26% e Euromedia di un 25-27%. Dati che potrebbero cambiare, però, per effetto del voto degli indecisi, che secondo Swg sono al momento il 27% del corpo elettorale sardo.
Zedda, sindaco di Cagliari, dirigente di Sel al momento della sua elezione a primo cittadino, si è collocato, nel frangente dello scioglimento dell’ex partito di Vendola, in una posizione di attesa. Non è entrato in Sinistra italiana e neppure nell’Mdp fuoriuscito dal Pd. Per le regionali Zedda è riuscito a ottenere il via libera del Pd e insieme a recuperare il consenso di Sinistra italiana e di Mdp, che stanno insieme sotto la sigla di Liberi e uguali, una delle sette liste di centro e di sinistra che sostengono il sindaco di Cagliari oltre a quella del Partito democratico.
Tra le quali ce n’è anche una di Campo progressista e un’altra, Sardegna in Comune, collegata con Italia in Comune, il movimento di Federico Pizzarotti. Corrono da soli, invece, Rifondazione e Pci, insieme in una coalizione che si chiama Sinistra sarda, con Vindice Lecis, ex giornalista del Gruppo L’Espresso – La Repubblica, come candidato presidente. A dividere Liberi e uguali da Sinistra sarda è il giudizio politico sul programma presentato da Zedda.
Secondo Leu c’è una netta discontinuità con le politiche, troppo centrate sui vincoli di bilancio e poco attente ai problemi delle fasce sociali più deboli, realizzate negli ultimi anni dalla giunta di centrosinistra guidata da Francesco Pigliaru. Secondo Rifondazione e Pci, soprattutto nel campo della sanità, della scuola, del turismo, del lavoro e dell’ambiente, la continuità con la giunta Pigliaru è invece incontestabile.
Comunque sia, la partita per Massimo Zedda non sarà facile. Anche in Sardegna il vento salviniano soffia forte. La Lega, secondo il sondaggio Swg, è il primo partito della coalizione di centrodestra con il 14,4%, in crescita rispetto al risultato del 10,8% raggiunto alla politiche del 4 marzo 2018. Sempre secondo il sondaggio Swg Forza Italia è al 6,3 % (14,8 alle politiche), Fratelli d’Italia al 3% (4,3 alle politiche) e il Partito sardo d’azione, che esprime il candidato presidente Cristian Solinas, al 3,1 (in lista con la Lega alle politiche).
In difficoltà, invece, gli M5S, che hanno scelto come candidato presidente Francesco Desogus, un bibliotecario cagliaritano: se si deve dar retta al sondaggio elaborato da Swg, il movimento grillino è in calo nettissimo rispetto alle politiche del 4 marzo. Passerebbe, infatti, dal risultato record del 42,5% del 2018 al 22-26% accreditato dagli esperti di Swg.
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