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Sanità lombarda, referendum a rischio

Sanità lombarda, referendum a rischio

Sanità L’ufficio di presidenza della Regione non ha dichiarato ammissibile il referendum regionale proposto da Medicina Democratica, Arci, Cgil e Acli, rimandando la decisione al Consiglio regionale

Pubblicato circa un anno faEdizione del 26 agosto 2023

Strada in salita per il referendum popolare per modificare la riforma sanitaria lombarda disegnata da Maroni nel 2009 e ritoccata da Letizia Moratti nel 2021: l’ufficio di presidenza della Regione non ha dichiarato ammissibile il referendum regionale proposto da Medicina Democratica, Arci, Cgil e Acli, rimandando la decisione al Consiglio regionale.

Il comitato promotore teme ora che la maggioranza di destra in Consiglio decida nello stesso modo e che non ci sia il tempo per accogliere eventuali ricorsi, rimandando tutto almeno al 2025.

Parla di «atto autoritario e antidemocratico» Vittorio Agnoletto, uno dei portavoce del comitato. «Un referendum abrogativo è uno strumento a disposizione dei cittadini per modificare una legge approvata dalla maggioranza», spiega. «Non vogliono che i cittadini si possano pronunciare contro la continua privatizzazione del Servizio Sanitario».

I promotori hanno indetto un’assemblea pubblica presso la Sala Gonfalone di Palazzo Pirelli per il 4 settembre alle 17 per definire i passi successivi e conquistare l’ammissibilità.

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