La migrazione divide nuovamente i soci del governo spagnolo. Pedro Sánchez, che sta chiudendo il semestre di presidenza spagnola del Consiglio dell’Unione europea, ieri mattina aveva enfaticamente difeso al Congresso l’accorso sul Patto migrazione e asilo raggiunto dai Ventisette.

«È importante essere consapevoli che per la prima volta prevediamo formule obbligatorie di solidarietà per gli stati più colpiti dalla pressione migratoria», aveva sottolineato Sánchez, aggiungendo che il patto «permetterà di gestire in maniera più umana e coordinata i flussi migratori». Ammettendo comunque che «non è il patto che ci sarebbe piaciuto», il presidente spagnolo ha aggiunto: «Mandiamo un messaggio di unità su un tema che ha diviso a lungo i soci dell’Unione europea».

Il tema delle migrazioni, però, anche in Spagna è incandescente, e l’estrema destra di Vox ci sguazza. Non appena sono stati resi noti i termini dell’accordo, è intervenuto in aula un deputato di Sumar Agustín Santos Maraver, che ha espresso la preoccupazione del suo gruppo nei confronti dei rimpatri senza garanzie sul rispetto dei diritti umani e riguardo l’esternalizzazione delle frontiere. Il Mediterraneo non può essere il cimitero di persone che aspirano soltanto a una vita migliore», ha concluso il deputato.

Un’altra deputata di Sumar, di origine sahraui, Tesh Sidi, ha scritto sul suo account di Twitter (ora noto come X) che questo patto «dà ali a regimi come quello del Marocco che violano diritti umani e lasciano morire persone impunemente». E ha aggiunto: «La fortezza Europa finanzia la morte». La ministra dell’infanzia e della gioventù, Sira Rego (di Izquierda Unida), ha spiegato che il suo partito, parte della coalizione di Sumar, difende misure come le vie legali per l’accesso all’Europa, il diritto d’asilo senza eccezioni, e la sospensione degli accordi di ritorno con paesi terzi.

Nel pomeriggio anche la leader Yolanda Díaz aveva scritto sempre su Twitter un breve messaggio, parlando di «cattiva notizia per le persone migranti e per il progetto europeo». Le persone, ha scritto la vicepremier, «non possono essere merce di scambio. Il nuovo patto sulla migrazione e l’asilo prende in ostaggio coloro che cercano solo una vita migliore». E «davanti a una politica migratoria e di asilo che ha trasformato il Mediterraneo in una fossa comune continueremo a difendere una Europa solidale che difenda la vita e i diritti umani».

Fuori dal governo sono le due ex ministre di Podemos, ormai staccato da Sumar, ad attaccare il patto definendolo «vergognoso» e costituito da «misure dell’estrema destra».
Il dibattito sul patto antimigrazione ha offuscato un annuncio importante del governo: dopo avere parificato il permesso di maternità e quello di paternità nel 2021, per il 2024 il governo annuncia l’intenzione di aumentare del 25% la durata del permesso per madri e padri: da 16 a 20 settimane, oltre a prevedere 8 settimane di permesso nei primi otto anni di vita dei bambini (retribuiti al 50%). Il disegno di legge verrà approvato nel prossimo consiglio dei ministri, e si aggiunge alla decisione di trasformare in decreto legge una legge sul mecenatismo che faticosamente era stata approvata nella scorsa legislatura ma a cui mancava l’ok del senato (che in Spagna non è mai vincolante). Questo decreto (che dovrà essere convertito in legge) aiuterà le fondazioni e le Ong a raccogliere più efficacemente fondi.

Nella lunga sessione di controllo al parlamento di ieri, Sánchez aveva anche avuto tempo di fare un cenno all’Italia. Ringraziando il leader fascista di Vox Santiago Abascal per aver rettificato, proprio alla festa di Fratelli di Italia davanti alla premier Meloni, la spaventosa dichiarazione di qualche giorno fa al quotidiano argentino Clarín (verrà il momento che «il popolo spagnolo vorrà appendere per i piedi Sánchez» aveva detto Abascal), il leader socialista gli ha chiesto polemico se la precisazione fosse dovuta a un attacco di moderazione o se invece servisse a «ingraziarsi l’idolo dei suoi ospiti italiani».