Il presidente del governo spagnolo Pedro Sánchez si trova da ieri a Rabat, assieme a 12 dei suoi ministri, tutti socialisti, per il primo incontro bilaterale di alto livello tra Spagna e Marocco dopo la conferenza del 2015. In quella sede verranno firmati una ventina di accordi per la maggior parte economici, tra cui l’apertura di una linea di credito del governo spagnolo di 800 milioni per cinque anni per finanziare gli investimenti delle imprese spagnole in Marocco nelle energie rinnovabili, l’innovazione e le infrastrutture.

I due paesi arrivano all’appuntamento dopo una serie di eventi che, negli ultimi anni, ne hanno affaticato le relazioni diplomatiche. Come la crisi aperta con l’entrata irregolare in Spagna, nel 2021, di 10.000 marocchini, lasciati fuggire per ritorsione nei confronti del governo spagnolo che aveva dato ospitalità al leader del Fronte Polisario, Brahim Gali.

La riproposizione del ricatto migratorio da parte delle autorità del Marocco fu decisiva perché il governo spagnolo – con la contrarietà di Unidas Podemos – abbandonasse lo scorso anno la posizione storica di neutralità della Spagna sulla questione del Sahara Occidentale, per quella marocchina di autonomia dell’area. Il successivo incontro di Sánchez col re Mohamed VI nell’aprile del 2022, sanzionava quindi il nuovo corso tra i due Stati. Così, nonostante il presunto caso di spionaggio attraverso il programma Pegasus nei confronti di Sánchez, i 37 migranti rimasti uccisi la scorsa estate nel tentativo di saltare la recinzione di Melilla, la violazione dei diritti umani e il Qatargate che sarebbe in realtà partito dal paese del Maghreb, il governo spagnolo ha come unico obiettivo quello di rafforzare le relazioni con la dinastia alawita per evitare crisi future.

Anche se Sánchez, in questa occasione, non incontrerà Mohamed VI, fuori dal paese; il re del Marocco lo ha invitato, per telefono, a una visita ufficiale.

La Spagna è il primo socio commerciale del Marocco, le esportazioni spagnole sono cresciute del 12,7% nel 2022 rispetto all’anno precedente, superando i 10 miliardi di euro; le importazioni, oltre 8 miliardi di euro, sono aumentate del 16%. Nella riunione bilaterale sono presenti 80 dirigenti delle quasi 700 imprese e oltre 500 filiali spagnole che si sono stabilite in Marocco, nei settori tessile, agricolo e dei servizi. Ieri pomeriggio, il vertice è iniziato con un forum delle imprese ispano-marocchine, concluso da Sánchez e dal suo omologo marocchino il primo ministro Aziz Ajanuch e con la partecipazione dei ministri dell’Economia e dell’Industria dei due paesi. Alla riunione però non si è presentato il presidente della confederazione padronale spagnola Ceoe, Antonio Garamendi, che pure era tra gli organizzatori dell’evento. Motivi di agenda, hanno giustificato. Ma è certo che questo è avvenuto il giorno dopo l’annuncio di Sánchez dell’aumento del salario minimo osteggiato dalle imprese spagnole.