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San Pietroburgo, le ipotesi della polizia e la calma di Putin

San Pietroburgo, le ipotesi della polizia e la calma di PutinCommemorazione delle vittime dell’attacco di lunedì alla metro di San Pietroburgo – LaPresse

Russia I metal detector non hanno rilevato gli ordigni, timori per Mosca. I contatti kirghisi dell’Isis avrebbero guidato Dzalipov nella costruzione delle due bombe. Il presidente opta per l’unità contro le potenziali divisioni interne

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 6 aprile 2017

Con il passare dei giorni si chiariscono sempre di più la dinamica e i dettagli dell’attentato che lunedì è costato la vita a 14 persone nella metropolitana di San Pietroburgo.

Il ventiduenne Akbarzon Dzalipov, originario del Kirghizistan e autore dell’attentato suicida, aveva raggiunto la famiglia a San Pietroburgo sei anni fa e in seguito aveva ottenuto la cittadinanza russa. Aveva lavorato prima con il padre in una autofficina e poi come cameriere. Né lui né il padre erano mai stati segnalati dagli organi di sicurezza russi e kirghisi come potenziali estremisti.

Malgrado nessuna rivendicazione ad oggi sia stata fatta, gli inquirenti avrebbero trovato negli account dell’attentatore scambi di comunicazioni con cittadini kirghisi sospettati di essere in rapporto con l’Isis.

Attraverso questi collegamenti il giovane sarebbe stato in grado di procurarsi esplosivi e detonatori e messo in grado di confezionare artigianalmente le due bombe.

Gli investigatori ritengono che ordigni di questa fattura dovrebbero essere facilmente rilevati dai metaldetector installati in tutti gli ingressi delle fermate della metropolitana di San Pietroburgo.

Tra le ipotesi c’è quella che il personale della metropolitana e di polizia non abbia usato fino ad oggi gli strumenti di sicurezza e i metaldetector in modo corretto o non abbia seguito scrupolosamente le istruzioni.

Questa ipotesi sta creando non poche inquietudini visto che i metaldetector installati a San Pietroburgo sono gli stessi della metropolitana di Mosca.

La polizia non esclude però l’ipotesi che un complice abbia introdotto le bombe nella metropolitana per altre vie.
Nelle ultime ore questa ipotesi potrebbe prendere consistenza. La polizia di San Pietroburgo ha arrestato sette cittadini di origine centroasiatica.

Secondo l’agenzia Tass, dal novembre 2015 gli arrestati avrebbero svolto reclutamento per organizzazioni come Dzhebhat en-Nusra e lo Stato Islamico per realizzare azioni terroristiche in Russia e altri paesi. Gli inquirenti, tuttavia, non hanno fatto accenno al loro possibile coinvolgimento nell’attentato di lunedì.

Vladimir Putin, intervenendo ieri mattina a Mosca alla XIV sessione della riunione dei capi della sicurezza e dell’intelligence della Comunità degli stati indipendenti ha affermato che per «combattere efficacemente il terrorismo e l’estremismo internazionale è richiesto uno stretto coordinamento dei servizi di intelligence. Con lo scambio tempestivo di informazioni operative e di analisi potranno essere affrontate con successo le sfide attuali».

Si tratta di un richiamo alla necessità di un coordinamento internazionale antiterrorismo di cui aveva già parlato con il presidente Usa Trump nella telefonata dopo l’attentato. Nessun’altra dichiarazione è stata fatta dal presidente russo la cui popolarità, secondo l’agenzia di sondaggio Levada-Zentr, non avrebbe conosciuto flessioni significative.

Il Cremlino, attraverso i governatorati delle regioni, sta organizzando in tutte le più grandi città della Russia delle manifestazioni pubbliche contro il terrorismo per l’8 di aprile. Le manifestazioni dovrebbero essere all’insegna «dell’unità nazionale» e sono stati invitati a partecipare i deputati di tutti i partiti.

Questa proposta ha fatto storcere il naso a più di un rappresentante delle opposizioni: il Partito Comunista della Federazione Russa di Gennady Zyuganov ha già indetto una propria manifestazione indipendente di partito a Mosca proprio per l’8 aprile.

Avvicinandosi le presidenziali del 2018, i comunisti non desiderano che Putin assuma ancora, come in occasione delle elezioni del 2000, l’immagine del salvatore della patria e del campione della lotta al terrorismo.

Putin non sembra interessato per ora a fomentare divisioni. Anche ieri Russia Unita, il suo partito, ha voluto rassicurare dichiarando che «il governo non intende approvare ulteriori misure legislative per la lotta al terrorismo».

Il presidente intende prendere tempo di fronte al malcontento sociale che sta spirando un po’ in tutto il paese in attesa che la ripresa economica possa rinvigorire la sua leadership.

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