«Salvini ha abusato dei suoi poteri. Conte voleva lo sbarco dalla Open Arms»
Un mare di guai Le motivazione del tribunale dei Ministri di Palermo sul sequestro dei migranti nell’agosto scorso. Il caso il 27 alla Giunta del Senato
Un mare di guai Le motivazione del tribunale dei Ministri di Palermo sul sequestro dei migranti nell’agosto scorso. Il caso il 27 alla Giunta del Senato
Matteo Salvini deve andare a processo «per avere, nella sua qualità di ministro dell’Interno pro-tempore, abusando dei suoi poteri, privato della libertà personale 164 migranti»: è quanto si legge nelle motivazioni della richiesta inoltrata dal tribunale dei Ministri di Palermo al Senato. I migranti erano quelli salvati il primo agosto dall’ong catalana Open Arms, rimasti bloccati sulla nave fino al 20 agosto. Il Tar del Lazio il 14 bocciò il divieto di ingresso nelle acque territoriali disposto dal Viminale, e controfirmato da Trasporti e Difesa, ma Salvini in solitaria decise di dare di nuovo lo stop così rimasero alla fonda al largo di Lampedusa per altri sei giorni, fino a quando il procuratore di Agrigento li fece sbarcare sequestrando l’Open Arms. A bordo, per 19 giorni, solo due gabinetti alla turca: erano ammassati sul ponte, protetti unicamente da un telo, niente coperte termiche o kit per l’igiene personale, circondati da cumuli di rifiuti. Salvini e il suo capo di gabinetto, Matteo Piantedosi, sono accusati di sequestro di persona aggravato e omissioni di atti di ufficio.
IL TRIBUNALE dei Ministri spiega: «In violazione di convenzioni internazionali e di norme interne in materia di soccorso e tutela dei diritti umani, ometteva senza giustificato motivo di accogliere le richieste di Pos (il porto sicuro, ndr) inoltrate al suo Ufficio di Gabinetto da Imrcc (il centro di coordinamento dei soccorsi di Roma, ndr) in data 14, 15 e 16 agosto. Fatto aggravato per essere stato commesso da un pubblico ufficiale, con abuso dei poteri inerenti alle sue funzioni, nonché per essere stato commesso in danno di minori». I naufraghi erano stremati dal periodo di prigionia, terrorizzati di venire riportati in Libia, in una «situazione di profonda prostrazione psicologica e di altissima tensione emozionale che avrebbe potuto provocare reazioni difficilmente controllabili, delle quali, peraltro, i diversi tentativi di raggiungere a nuoto l’isola costituivano solo un preludio».
Del resto il tribunale spiega che, fin dal salvataggio, Salvini qualificò l’operazione «come episodio di immigrazione clandestina, a dispetto del riferimento alla situazione di distress del natante su cui i soggetti stavano viaggiando». Ma dalla politica dei «porti chiusi» ad agosto la componente 5S cominciò a prendere le distanze. Agli atti c’è lo scambio di mail tra il leader leghista e il premier Conte, che lo invitava «ad adottare con urgenza i necessari provvedimenti per assicurare assistenza e tutela ai minori sull’imbarcazione» respingendo «ogni responsabilità al riguardo» anche se poi confermava di aver dato mandato all’Avvocatura generale di impugnare il decreto del Tar del Lazio, che aveva rimosso ogni ostacolo all’ingresso in acque territoriali. Il 16 agosto Conte lo invitava a farli sbarcare «potendo configurare l’eventuale rifiuto un’ipotesi di illegittimo respingimento avendo anche già ricevuto conferma dalla Commissione europea della disponibilità a condividere l’ospitalità dei migranti indipendentemente dalla loro età». Le pressioni si moltiplicavano così il 17 agosto Salvini diede l’assenso allo sbarco di quelli che per lui erano «presunti» minori, in totale 27, ma avvenne il giorno dopo e solo su disposizione della magistratura.
IL MARE ERA IN TEMPESTA, la Capitaneria di porto il 14 agosto chiese a Piantedosi di concedere il porto di sbarco, la risposta fu che «il pos a Lampedusa non sarebbe stato concesso suggerendogli, piuttosto, di inviare la nave a Trapani o a Taranto senza che tali località venissero indicate come Pos». Le giudici chiariscono: «Fu sulla scorta della classificazione della vicenda come un episodio di immigrazione clandestina e non come un evento Sar (di ricerca e soccorso, ndr) che il Gabinetto omise l’avvio delle attività per la concessione del Pos, anche perché è stata da subito chiara la volontà di negare l’accesso da parte del vertice politico». Piuttosto, l’ufficio di Gabinetto si attivò per la predisposizione di un nuovo decreto interdittivo o eventuali iniziative per ribattere al Tar del Lazio.
SECONDO IL TRIBUNALE, «Salvini era pienamente consapevole» delle conseguenze, «le autorità ministeriali coinvolte erano perfettamente a conoscenza che all’origine vi fossero episodi di soccorso in mare di persone in situazione di difficoltà, tanto che lo stesso decreto interministeriale del primo agosto assume tale dato tra le premesse». Sapevano della presenza di minori nonché delle condizioni sempre più critiche dei naufraghi, testimoniante dalle ispezioni a bordo. Così come era chiaro che non ci fossero armi o esplosivi né alcuna «condizione oggettiva o soggettiva di pericolo conseguente allo sbarco. Il richiamo alla tutela della sicurezza pubblica e al contrasto alla immigrazione illegale non risultava dunque fondato».
LA GIUNTA per le immunità del Senato ieri ha fissato la data del 27 la votazione sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini. Mentre il 12 febbraio l’aula di Palazzo Madama deciderà se far processare l’ex ministro dell’interno per il caso Gregoretti.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento