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«Salari congelati da troppo tempo», i tecnici dell’audiovisivo francese in sciopero

«Salari congelati da troppo tempo», i tecnici dell’audiovisivo francese in scioperoI lavoratori e le lavoratrici durante una manifestazione

Arte e politica Indetta per oggi una giornata di stop, ma la mobilitazione va avanti da più di un mese con oltre 70 produzioni interrotte. La richiesta, per adeguare i salari all'inflazione, è un aumento del 20%

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 19 dicembre 2023

Un nuovo movimento di protesta sta scuotendo il mondo dello spettacolo francese. Stavolta sono i tecnici dell’audiovisivo ad essersi mobilitati, la rivendicazione è quella di un ricalcolo del salario che possa tener conto dell’inflazione: secondo i sindacati, dopo un «quasi-congelamento» degli stipendi per una quindicina d’anni (così recita il comunicato della Cgt) sarebbe necessario un aumento del 20%.

I LAVORATORI e le lavoratrici  interessati sono tra 10mila e 15mila, tra loro ci sono direttori della fotografia, ingegneri del suono, costumisti, truccatori e montatori. Dalla metà di novembre sono state adottate diverse modalità di lotta, la realizzazione di numerosi programmi, film e serie tv ha proceduto a singhiozzo. Secondo quanto riportano «Libération» e «Télérama», circa 70 produzioni avrebbero subito interruzioni o ritardi, tra cui le serie Morgane – Detective geniale e Marie-Antoinette, il teen drama Déter, la nuova sitcom Terminal e i programmi Top chef e Questions pour un champion.

Una nuova giornata di sciopero è indetta per oggi, con numerose manifestazioni organizzate in Francia, tra cui una a Parigi davanti al Ministero della Cultura. «C’è una nuova generazione di tecnici per i quali questa è una professione appassionata, ma che sta scoprendo la realtà: i lunghi orari, le riprese fatte male e gli stipendi modesti. L’aumento della qualità dei nostri programmi deve qualcosa ai nostri tecnici, ma abbiamo l’impressione di dare sempre di più e di essere considerati sempre meno» racconta a «Télérama» Laurent Blois, delegata generale del sindacato Spiac.

LA CGT fa sapere che la proposta dei produttori, giudicata «indecente» – si è attestata su un aumento tra il 3 e il 5 per cento a seconda dell’entità del salario percepito – è stata rifiutata a grande maggioranza. «La mobilitazione continua e ci aspettiamo un gennaio di lotta» prosegue il comunicato. Dopo un mese il sindacato ha però parzialmente rivisto le sue richieste: invece di un aumento del 20% subito, evidentemente ritenuto troppo difficile da ottenere, chiede una rivalorizzazione del 12% dal primo gennaio, a cui dovrebbe seguire un ulteriore 4% a luglio e un 4% per l’inizio del 2025. Lo sciopero di oggi, sempre secondo Laurent Blois, sarà un appuntamento cruciale: dopo un mese di scioperi e interruzioni, con la pressione delle case di produzione che cresce, i lavoratori e le lavoratrici hanno bisogno di una svolta.

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