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Scioperi anti-Macron, ma l’autunno non è caldo

Scioperi anti-Macron, ma l’autunno non è caldo

"Solo" in 20mila nei cortei a Parigi. Non basta la Cgt in agitazione, piazze piene solo a metà. Ma la paura dei tagli resta alta per tutti

Pubblicato 20 minuti faEdizione del 2 ottobre 2024

Stéphane non è «ottimista» sulle promesse di Michel Barnier, dice, mentre marcia dietro a uno striscione sul quale è raffigurata una caricatura di Carlos Tavares, il ceo di Stellantis. Con la tuta da metalmeccanico addosso e una kefiah attorno al collo, Stéphane Bertazzo è venuto assieme ai colleghi della fabbrica M.A. France al corteo indetto dalla Cgt in concomitanza con la prima dichiarazione del nuovo governo davanti al parlamento.

Stéphane e i suoi colleghi sono in sciopero da metà aprile, da quando il gruppo Stellantis (cliente pressoché esclusivo di M.A. France) ha decretato la chiusura dello stabilimento, con annessa scomparsa di quasi 300 posti di lavoro. «Ora come ora occupiamo la fabbrica da settimane, giorno e notte», racconta Stéphane. «Nei mesi scorsi avevamo avuto trattative con il governo precedente, poi c’è stata la dissoluzione e ora è tutto sospeso».

Il dossier degli ultimi operai dell’automobile della banlieue parigina è solo uno dei tanti che aspettano sulla scrivania di Michel Barnier. «Quello che voglio, è che Barnier risponda ai bisogni sociali», ha detto lunedì in tv la segretaria della Cgt, Sophie Binet, in preparazione dello sciopero di ieri.

Ma è proprio sui «bisogni sociali», cioè sulla spesa pubblica, che rischia di abbassarsi la scure di una legge finanziaria particolarmente austera. Una prospettiva che inquieta Marie, lavoratrice di un ospedale parigino. «I nostri salari e le nostre condizioni di lavoro sono disastrosi», dice, «siamo già in asfissia, non possiamo permettere che ci tolgano il poco ossigeno che ci resta».

In questa prima giornata dell’autunno francese, il tasso di lavoratori in sciopero è stato basso in tutti i settori, compresi i trasporti e l’insegnamento. Secondo la Cgt, circa 150mila persone hanno manifestato in tutto il paese, delle quali 20mila a Parigi. Cifre importanti ma lontane dalle manifestazioni sindacali del 2023, ai tempi del movimento contro la riforma delle pensioni imposta da Emmanuel Macron.

«Una riforma ingiusta che non deve essere applicata,» secondo François. Per questo trentenne, che lavora in una stazione di banlieue annunciando l’arrivo dei treni e «sfortunatamente anche i ritardi», come tiene a precisare, l’austerità che annuncia il governo Barnier «fa paura», dice, avvolto bel gilet rosso e giallo del sindacato dei ferrovieri della Cgt.

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