I Vpn (Virtual Private Networks, che nascondono online l’identità e la provenienza degli utenti) stanno aiutando centinaia di migliaia di russi «a bucare la Cortina di ferro digitale» che avvolge la Russia dall’inizio del conflitto, come scrive il «Washington Post» in un’inchiesta sull’utilizzo di questi programmi nel Paese che dal 24 febbraio ha bloccato l’accesso a oltre 1000 siti internet e piattaforme come Facebook.

Secondo i dati forniti al quotidiano dalla compagnia di analisi Apptopia, i download quotidiani in Russia dei 10 Vpn più popolari sono passati da 15.000 prima della guerra a un picco di 475.000 a marzo, e questa settimana si aggirano su una media di 300.000 al giorno.

Alexander Khinshtein, a capo del comitato della Duma sull’informazione, ha affermato che oltre 20 servizi Vpn sono stati bloccati da metà marzo, e l’accesso al servizio è reso più difficile anche dalle sanzioni che impediscono di pagare con carte di credito russe al di fuori del Paese.