Onofrio Rota, segretario Fai-Cisl, siete mobilitati con i lavoratori agricoli della Flai-Cgil e della Uila-Uil, le categorie del turismo e del lavoro pubblico, contro l’estensione dei voucher prevista dal decreto dignità. Come giudica un provvedimento che vuole lottare contro il precariato e introduce i voucher?
Di dignità questo decreto ha ben poco se lo applichiamo al lavoro agricolo. L’estensione, e non la reintroduzione come erroneamente si dice, dei voucher offrirà al caporalato uno strumento per eludere la legge 199. I voucher possono diventare uno strumento che tutela chi delinque. Le aziende serie e produttive, la maggioranza, avranno a che fare con una concorrenza sleale o pratiche illegali di chi non teme sanzioni perché, al massimo, subirà delle multe. Il decreto scarica inoltre la responsabilità dell’autocertificazione sul lavoratore: toccherà a lui dimostrare di essere studente casalinga o pensionato. Si sta capovolgendo ogni schema per gestire in maniera trasparente il mondo del lavoro agricolo.

Sostenete che i voucher siano il «salvacondotto per il lavoro nero». Le aziende dicono invece che faranno emergere il lavoro nero. Qual è la differenza?
Sono la copertura al lavoro nero, di certo non lo fanno emergere. Il governo sta modificando la legge esistente portando da tre a dieci giorni il tempo di utilizzo del voucher dopo la comunicazione all’Inps. In questo modo dà la possibilità di spalmare in questo arco di tempo le 4 ore di lavoro minime previste, facendo venir meno il compenso minimo giornaliero previsto. In caso di ispezione questo permette di esibire il voucher e attestare la regolarità del lavoratore, in quel momento. Tutte le altre ore di lavoro saranno al nero. E, quando non ci saranno le ispezioni, tutto il lavoro sarà al nero. Il voucher non sarà nemmeno usato.

Il ministro dell’agricoltura Centinaio (Lega) ha detto che i voucher gli sono stati chiesti dalle imprese e dai lavoratori e che voi vivete nel «paleozoico». Cosa risponde?
Se Centinaio avesse letto il contratto nazionale del lavoro agricolo avrebbe avuto l’opportunità di comprendere quanta innovazione contiene. Chi conosce il settore sa benissimo che si può lavorare a ora, a chiamata, anche per un solo giorno. Esiste già una flessibilità estrema, ma tutelata nel lavoro subordinato. E i voucher non servono al di là dell’uso già previsto dalla legge. Se una famiglia chiede a uno studente di fare due ore di ripetizioni al figlio, va bene. Se ha bisogno di un lavoro di giardinaggio il voucher è utile per garantire l’assicurazione e un minimo di trasparenza. L’atteggiamento di Centinaio mi lascia stupefatto. Invece di parlare di voucher mi piacerebbe parlare con lui su come fare emergere 300 mila lavoratori in nero, sui circa un milione di impiegati nel settore. Se prima avevano una speranza di uscirne, con la reintroduzione dei voucher saranno rimessi in schiavitù.

Come giudica il Movimento Cinque Stelle, che l’anno scorso ha sostenuto la battaglia contro i voucher e oggi, al governo, li estende?
Hanno appreso la logica della politica. Questo decreto è figlio di uno scambio con la Lega e non ha nulla di coerente con la linea politica di questo movimento che si batte per la legalità, la stabilità nel lavoro, il rafforzamento dei diritti in un mondo precario che non offre opportunità ai giovani. Sapevamo che la Lega era a favore dei voucher, ma ci ha lasciato stupiti il cambiamento dei Cinque Stelle.

Di Maio ha sostenuto ieri in un intervento alla Camera che i voucher non produrranno abusi e che, alla Camera, il decreto «è migliorato ancora». Cosa risponde?
Non sono d’accordo, contro gli abusi garanzie non se ne vedono. Noi non siamo contrari ai voucher in generale, siamo contrari all’uso tossico che sostituisce il lavoro buono con quello cattivo. E questo è il caso.

Il decreto in ogni caso passerà. Voi cosa farete?
Unitariamente abbiamo deciso di continuare la protesta andando da settembre nelle piazze e facendo capire ai cittadini che i voucher sono strumenti tossici, lo spiegheremo nelle assemblee in tutto il paese.