Rossi, Cgil Toscana: “In piazza contro l’indifferenza e l’ipocrisia”
Antifascismo Alla vigilia della manifestazione indetta dai sindacati dopo il pestaggio al liceo Michelangelo, il segretario generale della Cgil Toscana fa il punto della situazione: "Le risposte del governo alle violenze non sono arrivate, anzi il ministro Valditara ha accusato la professoressa Savino per la sua lettera aperta, che il sindacato condivide al 100%. Le forze politiche che saranno in piazza devono capire cosa chiede chi participerà al corteo".
Antifascismo Alla vigilia della manifestazione indetta dai sindacati dopo il pestaggio al liceo Michelangelo, il segretario generale della Cgil Toscana fa il punto della situazione: "Le risposte del governo alle violenze non sono arrivate, anzi il ministro Valditara ha accusato la professoressa Savino per la sua lettera aperta, che il sindacato condivide al 100%. Le forze politiche che saranno in piazza devono capire cosa chiede chi participerà al corteo".
Rossano Rossi, si picchiano gli studenti davanti alle scuole e si assaltano le sedi sindacali, come accaduto alla Cgil di cui lei è il segretario generale toscano. Insomma si respira un’aria sempre più pesante.
“E’ per questo che scendiamo in piazza, la scorsa settimana con Europe for Peace per chiedere la pace, e ora per manifestare contro un’aggresione squadrista, Sono rigurgiti da contrastare con forza, anche perché le risposte del governo o non sono arrivate, o sono state ampiamente insufficienti. Non guardo solo alle reazioni del ministro Valditara dopo il pestaggio degli studenti e la lettera della professoressa Savino del liceo da Vinci, che la Cgil condivide al 100%. Penso anche alle dichiarazioni del ministro Piantedosi di fronte a a un naufragio che ha provocato più di 100 morti fra uomini, donne e bambini migranti. A un ministro che, per fuggire dalla sue responabilità, incolpa le vittime di essere partite. Sono parole che segnano davvero un punto di non ritorno”.
Al di là della sacrosanta difesa della Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza al nazifascismo, che messaggio si attende dalla piazza fiorentina?
“Quello di combattere l’indifferenza e l’ipocrisia che da anni pervade la nostra società, come ricordato dalla lettera della preside Savino. Di fronte al pestaggio degli studenti la gente si girava da un’altra parte, solo un’altra professoressa, del Michelangelo, si è sentita in dovere di intervenire. E’ la stessa indifferenza che porta a fare le classifiche dei profughi, con quelli di serie A, i poveri ucraini, che possono entrare nella Fortezza Europa, mentre tutti gli altri devono essere ricacciati indietro. Ho sentito dire più volta in tv che ‘devono essere fermati a casa loro’. Allora come Cgil ci ritroviamo perfettamente nelle parole gofie di sdegno di Papa Francesco, sia di fronte alle guerre che alle migrazioni di uomini e donne in fuga da condizioni di vita insostenibili”.
Alla manifestazione ci saranno anche le forze politiche, da quelle di sinistra a Pd e 5 Stelle. Che messaggio arriverà loro dalla piazza?
“Dovrebbero capire cosa chiede loro chi participerà alla manifestazione. Perché negli ultimi decenni c’è stata una frattura tra lavoro e politica, e nessuno ha rappresentato adeguatamente il lavoro. La Cgil è gelosa della sua autonomia. Ma ha bisogno di avere chi, sul piano politico, si faccia carico di istanze che da molto tempo sono sempre più avvertite nella nostra società. Invece i governi, sia di centrodestra che di centrosinistra, hanno approvato leggi che hanno ferito il lavoro: dal pacchetto Treu alla legge Sacconi, per finire con il Jobs act”.
In piazza non mancheranno i giovanissimi di Fridays for Future, che si chiedono quale sia il ‘verde’ dei grandi, se quello della rivoluzione ecologica o quello dei dollari. Ci saranno anche le tute blu della Gkn, simbolo di resistenza operaia in difesa della loro fabbrica, chiusa dalla sera alla mattina da una multinazionale che ha licenziato più di 400 lavoratori. Che si sente di dire loro?
“Ai ragazzi di FFF, con i quali manifestiamo insieme da tempo anche in Toscana, che la Cgil sa bene che il futuro o sarà come chiedono loro, o non sarà. Agli operai che non voglio nemmeno pensare alla chiusura della fabbrica. E che non bastano governi semplici gestori di vertenze come questa. In altri paesi, come la Francia e la Germania, vengono messe in campo politiche pubbliche, che sono fondamentali, a sostegno del mondo produttivo. Da noi invece nulla di tutto questo. Perché?”.
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