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Rosolini, nel centro per minori stranieri non accompagnati manca pure l’acqua

Rosolini, nel centro per minori stranieri non accompagnati manca pure l’acquaL'esterno del centro di Rosolini

Immigrazione Aperto ad agosto «in emergenza», ospita 180 ragazzi. Sei associazioni denunciano le condizioni di accoglienza. Servizi assenti, alcuni ragazzi «parcheggiati» lì per mesi invece di pochi giorni

Pubblicato 9 mesi faEdizione del 24 dicembre 2023

L’acqua è fredda, quando c’è. Perché scorre solo tre ore al giorno. I servizi igienici sono scarsi e collocati all’esterno. Caldo non fa neanche dentro. I ragazzi dormono sulle brandine, uno accanto all’altro, senza privacy. Mancano perfino i tavoli per mangiare seduti.

Sono queste le condizioni in cui sono costretti a vivere 180 minori stranieri non accompagnati finiti nel campo di primissima accoglienza di Rosolini, provincia di Siracusa. Lo denunciano con una lettera alle istituzioni – tra cui prefetto, tribunale per i minorenni e procuratore – sei associazioni che venerdì 15 dicembre si sono recate all’esterno della tensostruttura per parlare con i ragazzi e capire meglio cosa accade all’interno.

Asgi, Arci, Cnca, Defence for children, Intersos e Oxfam sottolineano anche la quasi totale mancanza di servizi. Non c’è assistenza psicologica, né esistono attività ricreative. I minori non sono stati iscritti a scuola, né ricevono lezioni di italiano. Per loro la spesa pro-capite è 24,5 euro, molto meno dai 60 euro previsti dalla legge. Non sono stati nominati i tutori volontari, un diritto dei ragazzi. Che non hanno potuto chiedere il permesso di soggiorno per minore età o la protezione internazionale.

Il campo di Rosolini ha aperto ad agosto scorso come luogo di primissima accoglienza. Significa che da lì i minori dovrebbero transitare per poco tempo. «Ci risulta che alcuni sarebbero collocati presso tale struttura da più di tre mesi», scrivono invece le associazioni. La cornice è quella della decretazione dello stato di emergenza immigrazione di aprile 2023 «in conseguenza dell’eccezionale incremento dei flussi». Le deroghe che questo prevede, però, non possono valere per i minori.

Nel loro caso l’unica prevista esplicitamente riguarda le comunità per under 14 che possono aumentare la capienza del 25%. A Rosolini, invece, sembra siano state derogate ben altre norme che regolano la prima accoglienza dei ragazzi. La legge stabilisce che bisogna garantire loro mediazione linguistica e culturale, insegnamento dell’italiano, organizzazione del tempo libero, informazione legale, colloqui con lo psicologo, oltre al supporto alle autorità competenti nelle procedure di affidamento e nomina del tutore. Nulla di tutto ciò sembra accadere nella tensostruttura della provincia siciliana, praticamente un parcheggio.

La convenzione per la gestione del centro è stata firmata con la Croce rossa, mentre il sindaco del paese, Giovanni Spadola, ha concesso in comodato d’uso gratuito la struttura ma anche messo nero su bianco che le casse comunali in dissesto finanziario non possono coprire le spese per acqua, rifiuti ed energia.

Intanto i senatori dem Antonio Nicita, Annamaria Furlan e Vincenzo Rando hanno firmato un’interrogazione parlamentare per chiedere al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi cosa intende fare affinché ai minori «siano immediatamente garantite condizioni di accoglienza tali da rispettare i diritti fondamentali loro riconosciuti dalla normativa nazionale e sovranazionale».

«Abbiamo messo al corrente tutte le istituzioni competenti in modo che nessuno possa dirsi all’oscuro di quanto sta accadendo a Rosolini – afferma l’avvocato Riccardo Campochiaro (Asgi) – Se non ci saranno risposte ci muoveremo per tutelare i minori per vie legali. Vedremo se presso un tribunale interno o alla Corte europea per i diritti dell’uomo».

Proprio la Cedu ha condannato ripetutamente l’Italia per le condizioni di accoglienza dei minori stranieri soli, spesso in violazione dell’articolo 3 sui trattamenti inumani e degradanti. In una sentenza del 2022 ha detto esplicitamente che questa previsione, «dato il suo carattere assoluto», non può essere derogata per le «difficoltà derivate dall’accresciuto flusso di migranti e richiedenti asilo». Del resto quest’anno sono arrivati via mare 17mila minori non accompagnati, appena 3mila in più del 2022.

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