Con il corteo di ieri, SpinTime Labs dimostra di essere riuscito a superare i confini dello spazio fisico per unire decine di gruppi accorsi per difendere dalla minaccia di sgombero non solo il palazzo di via Santa Croce in Gerusalemme a Roma, ma anche l’idea di un mondo diverso che porta con sé.

«SpinTime non si tocca» commenta K1, viene dal Brasile e dentro l’ex palazzo Inpdap lavora come barbiere e registra musica. La notizia che il proprietario dello stabile, Investire Sgr (tra i colossi dell’industria edilizia capitolina), vuole utilizzare l’edificio per altri fini – è probabile un hotel extralusso in vista del Giubileo del 2025 – che da 10 anni appena compiuti ospita circa 150 nuclei familiari con 28 nazionalità diverse ed è casa per molte organizzazioni, ha aperto quella che i manifestanti definiscono «una bella lotta». «Sono in Italia da 14 anni e per 6 anni ho trovato una casa a Spin Time» racconta Karim, originario del Marocco, «ma sono qui perché è un posto importante per tutti, anche per gli italiani». Secondo uno studio di OpenImpact, SpinTime con un tasso di abbandono scolastico pari allo zero (in contrasto con l’11-12% della media regionale) e le attività che svolge è infatti un modello di welfare integrato.

K1 in testa al corteo contro lo sgombero di Spintime dove lavora come barbiere e registra musica – foto di Federica Rossi

La certezza dei traguardi raggiunti in questi anni nel «cantiere di rigenerazione umana» disegna uno sguardo sicuro e pronto sui volti dei presenti: «Noi non ce ne andiamo» commentano. Il palazzo era entrato a far parte del piano casa l’anno scorso, un processo seguito dall’assessore alle politiche abitative Zevi con cui il Comune si impegnava ad acquistare e legalizzare SpinTime. Ma il ministro dell’Interno Piantedosi ha annunciato che l’immobile deve essere sgomberato entro Natale.

«Chiederemo al prefetto di fermarsi perché l’unica soluzione è rendere SpinTime un bene comune» spiega Natale Di Cola, segretario Cgil Roma e Lazio: «Ha dato una soluzione abitativa e ha creato un luogo di welfare e aggregazione in un momento di grave crisi della città». Due giorni fa l’interrogazione parlamentare di alcuni esponenti del Pd, presente anche in corteo. Al termine del quale il prefetto Giannini si è detto disponibile ad aprire un tavolo per mantenere un modello simile a quello esistente. Tante le adesioni: Mediterranea, Nonna Roma, XR, Lucha y Siesta, Ultima Generazione, Sinistra universitaria Sapienza e molti altri. Gli studenti hanno marciato con le tende, «non è accettabile lasciare persone per strada» commenta Viki.

Giovani che frequentano spintime si preparano per ciò che definiscono una bella lotta foto di Federica Rossi
Giovani che frequentano Spintime si preparano per ciò che definiscono una bella lotta – foto di Federica Rossi

Don Mattia, cappellano di Mediterranea, ragiona sulla connessione tra lo sgombero di SpinTime e la criminalizzazione delle migrazioni. «Il gesto politico di ricostruzione di fraternità che facciamo in mezzo al mare, a terra si fa a SpinTime», conclude don Mattia.
Con l’apertura da parte del prefetto la mobilitazione ha già conseguito un primo obiettivo.