«Le decisioni sia del presidente Trump che del presidente Biden per porre fine alla missione militare statunitense in Afghanistan hanno avuto serie conseguenze sulla possibilità di sopravvivenza del governo afghano e della sua sicurezza». Con queste parole si aprono le valutazioni di uno studio del dipartimento di Stato Usa sul disastroso ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan nell’agosto 2021.

L’analisi, lunga 85 pagine ma di cui solo 24 sono accessibili – il resto rimane classificato – è stata resa pubblica venerdì ma esisteva già da mesi, tanto da essere confluita in parte in un report pubblicato dalla Casa bianca lo scorso aprile sullo stesso argomento. Il report del governo, però, non includeva le conclusioni più critiche raggiunte dal dipartimento di Stato sull’operato dell’amministrazione Biden – e perfino sullo stesso Antony Blinken, che non viene mai nominato – mentre addossava tutta la colpa a Trump, che nel febbraio 2020 a Doha aveva firmato con i Talebani l’accordo a lasciare il Paese entro il maggio dell’anno successivo.

DOPO QUELLA decisione, si legge nel documento, l’amministrazione dell’ex presidente repubblicano non è stata in grado o non si è occupata di pianificare il ritiro dopo 20 anni di occupazione: «Restavano senza risposta questioni cruciali su come gli Stati uniti avrebbero rispettato la scadenza di maggio 2021 per un pieno ritiro militare», e su come mantenere «una presenza diplomatica a Kabul». E quel che è peggio l’amministrazione Trump non ha gestito la lunga lista di richieste arretrate «per il programma Siv (Special Immigrant Visa)», con il quale veniva garantito l’accesso al Paese ai cittadini afghani che avevano collaborato con il governo statunitense. «Cosa ne sarebbe stato di loro», oltre che di «altri afghani a rischio», era una domanda destinata a restare senza risposta anche con l’insediamento, di lì a poco, dell’amministrazione Biden.

Secondo il report del dipartimento di Stato, la principale responsabilità del nuovo governo democratico è stata «l’insufficiente considerazione – condivisa con l’amministrazione precedente – degli scenari peggiori», come quello che effettivamente si è realizzato con il collasso repentino del governo Ghani (fuggito all’estero), l’inarrestabile avanzata talebana su Kabul e la presa d’assalto dell’aeroporto per fuggire da un destino ormai segnato.

I FUNZIONARI di Biden sono poi stati carenti nel coordinamento della risposta all’emergenza, assecondando fino all’ultimo le previsioni secondo le quali «il governo afghano e le sue forze armate avrebbero potuto difendere la città per settimane, se non per mesi». Quanto queste valutazioni fossero sbagliate si sarebbe visto prestissimo, ma l’errore degli ufficiali di Biden non nasceva certo dall’ingenuità: «La preparazione e pianificazione della crisi sono state parzialmente inibite dalla preoccupazione per i segnali impliciti in delle manovre che avrebbero potuto suggerire una perdita di fiducia degli Usa nei confronti del governo afghano, contribuendo in questo modo al suo collasso».